Tra i tanti reati commessi in Italia ci sono quelli particolarmente odiosi commessi ai danni del nostro ambiente, come l’inquinamento delle acque, dell’aria e dei terreni, il traffico di rifiuti, il bracconaggio, i disastri ambientali causati dalle industrie (Pfas in Veneto, ex Ilva di Taranto) e tanti altri. In Italia per questi reati dal 2015 al 2020 sono state denunciate ben 12.733 persone, con 3.989 arresti, per 4.636 processi. Purtroppo il 19 ottobre entrerà in vigore la riforma della Giustizia, la cosiddetta riforma Cartabia, che prevede la prescrizione dei reati, ovvero l’improcedibilità dei processi per piu’ di due anni in appello e uno in Cassazione. Questa riforma perciò spazzerà via la legge del 2015 sugli eco reati nella parte in cui si prevedeva la prescrizione a 30 anni per il disastro ambientale. La riforma Cartabia prevede delle eccezioni alla prescrizione per particolari reati come: terrorismo, banda armata, violenza sessuale, mafia, traffico di droga. A nella sono valsi gli appelli di Legambiente, WWF, Greenpeace, Libera e Gruppo Abele che chiedevano di inserire tra questo elenco anche i reati ambientali. Perciò nel quasi totale silenzio il 22 settembre la riforma è stata approvata in Senato con un voto di fiducia. I reati ambientali sono molto particolari e complessi perché richiedono spesso accertamenti tecnico scientifici, prelievi di campioni, analisi di laboratorio che allungano molto i tempi delle indagini e dei relativi processi. Processi come quelli dei fanghi tossici distribuiti nei campi agricoli dove si coltivano i prodotti che arrivano nei nostri tavoli, la pesca illegale, contaminazione delle acque e avvelenamento dell’ambiente (vedi l’Ilva di Taranto e caso dei Pfas in Veneto) in futuro cadranno sotto la scure della prescrizione, basterà appellare la sentenza di primo grado. Una riforma per la quale potranno festeggiare solo i criminali che sull’ambiente fanno i propri sporchi affari e che si tradurrà in un danno per l’ambiente, nessuna giustizia nel nome del popolo inquinato ma un vero e proprio colpo di spugna. Andrea Zanoni