Zanoni: «Pene esemplari per chi ha distrutto la Pineta Ramazzotti»

 

Ad un anno e mezzo dal rogo che ha devastato la Pineta di Ravenna, il Corpo Forestale dello Stato ha individuato due capannisti, che sono stati iscritti nel registro degli indagati. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Congratulazioni per il risultato ottenuto agli inquirenti. Mi auguro che si arrivi ad un processo e invito le associazioni ambientaliste a costituirsi parte civile contro questi piromani»


Due capannisti sono stati iscritti nel registro degli indagati per il devastante incendio nella Pineta di Classe (RA) del 19 luglio 2012. Si tratta di un ravennate e un forlivese, che risultano ancora residenti in via Fosso Ghiaia, nei capanni balneari abusivi abbattuti un anno fa, alla foce del torrente Bevano. Nei confronti dei due indagati il Pubblico Ministero Daniele Barberini ha notificato un avviso a comparire davanti agli uomini del Corpo Forestale dello Stato per essere interrogati.


Il 19 luglio scorso, il fuoco ha raggiunto un fronte di 300 metri e un’altezza di 30 metri, con quattro punti d’innesco. Sono stati distrutti 65 ettari: 59 della Riserva Naturale Statale Pineta di Ravenna – Sezione Ramazzotti istituita nel 1979 e 6 di proprietà privata. Dei 118 ettari complessivi della Pineta Ramazzotti, metà non esistono più e l’ecosistema è stato annientato.

L’indagine sul rogo che distrusse migliaia di pini, oltre al sottobosco costituito da centinaia di specie vegetali, è condotta dal Corpo Forestale dello Stato, coordinato dal vicequestore Anna Mazzini. Non essendovi testimoni, gli inquirenti hanno approfondito i possibili moventi arrivando a concentrarsi sul fronte dei capannisti in località Foce Bevano. Il teorico movente dei capannisti è stato individuato nell’astio nei confronti della Forestale per aver dato una definitiva spallata all’abusivismo con lo smantellamento dei capanni balneari oppure utilizzati per la pesca.


Le due persone indagate sono state convocate dalla Forestale che ha chiesto loro di ricostruire i movimenti di quel pomeriggio del 19 luglio. A quanto pare entrambi hanno sostenuto che non si trovavano a Foce Bevano. Attraverso successive indagini e l’analisi dei tabulati telefonici, sono state rilevate contraddizioni.


L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Desidero congratularmi con il Corpo Forestale dello Stato per l’ottimo risultato raggiunto e per l’impegno profuso. Ora bisogna andare fino in fondo e punire i responsabili di un gesto criminale in modo esemplare. Mi auguro che si arrivi al processo e, in tal caso, invito le associazioni ambientaliste a costituirsi parte civile contro i piromani. Ricordo che il Parlamento europeo esige sempre maggiore tutela per la biodiversità. Il principio è stato ribadito dall’Europa il 20 aprile 2012 con la relazione Gerbrandy che ha fissato la strategia dell’Ue sulla biodiversità fino al 2020, riconoscendola come la nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale naturale».

 

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