Venezia, 26 maggio 2017 – “Non solo i dubbi della Corte dei Conti, sulla Pedemontana anche la Sics, la società di ingegneria che aveva redatto il primo progetto, è passata all’attacco. Non so se Zaia è a conoscenza delle accuse né, eventualmente, come intende muoversi e se, a questo punto, l’intero iter non sia a rischio”. Queste le perplessità del consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni, esplicitate in una interrogazione a risposta scritta, che prende spunto da un articolo a firma Marco Milioni pubblicato sul portale web Taepile.net.
“Anzitutto viene ribadito come né Zaia né la sua task force abbiano ancora replicato ai rilievi della Corte dei Conti. Viene posta poi particolare attenzione sull’esposto presentato ormai a gennaio dalla Sics in cui si fa riferimento a ‘pratiche del tutto non ortodosse seguite per affidamenti, subaffidamenti non soggetti ad autorizzazione, subappalti ed interessi privati che nulla hanno a che fare con il sano utilizzo delle risorse pubbliche, con evidente e conclamata responsabilità erariale’, un esposto dove sarebbero descritte fattispecie potenzialmente rilevanti anche sul piano penale su cui Zaia non ha mai detto niente. L’unica replica al momento è stata affidata a una lettera del responsabile tecnico della Struttura di progetto sulla Spv, l’ingegnere Elisabetta Pellegrini, ma non entra nel merito dei rilievi, né sappiamo se sia stata condivisa con il governatore. Non bisogna inoltre dimenticare la lettera di intimazione inviata a marzo dalla Salini-Impregilo (che aveva vinto il primo bando di concessione e poi ‘eliminata’ dopo aver perso il contenzioso con Sis davanti alla giustizia amministrativa), con cui si diffida Palazzo Balbi dall’adottare qualsiasi atto che vada a modificare il rapporto con il concessionario. Il quadro, insomma è assai intricato e la nuova convenzione in sé non offre alcuna garanzia. Anzi. Cosa succederà infatti se la Corte dei Conti e l’Anac dovessero bocciare la revisione del contratto per realizzare la Superstrada, Zaia come suo solito attaccherà Roma e il ‘Governo cattivo’ che ce l’ha con il Veneto?”, insiste Zanoni.
Da qui le richieste ribadite nell’interrogazione dal vicepresidente della commissione Ambiente: “Il governatore è a conoscenza di quanto scritto negli articoli, documentazione alla mano, e intende chiarire pubblicamente alle pesanti accuse addebitate alla Regione? Nel caso ha prudenzialmente informato l’autorità giudiziaria per non rischiare di incorrere nel reato di omessa denuncia? E, soprattutto, non teme che possano esserci gravi ripercussioni sulle casse della regione e di conseguenza per le tasche dei cittadini?”.