Venezia, 9 febbraio 2022
“Debellare la piaga del bracconaggio in laguna significa non solo tutelare ambiente, biodiversità e salute dei consumatori, ma anche difendere tutti gli operatori onesti del comparto della pesca. Bene che la Regione si costituisca parte civile nei processi, ma occorre agire sul fronte della prevenzione, aumentando i controlli e scoraggiando comportamenti illeciti”. Questo il commento del consigliere del Partito Democratico Veneto alla risposta ricevuta dall’assessore Corazzari a proposito dell’interrogazione (presentata il 6 ottobre e sottoscritta dalle colleghe dem Vanessa Camani e Anna Maria Bigon, da Cristina Guarda di Europa Verde e da Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione) legata all’inchiesta del Tribunale di Venezia sulla pesca di frodo di molluschi nella zona di Fusina e nei pressi degli impianti chimici di Porto Marghera, con 125 indagati.
“L’allevamento di vongole è un comparto molto rilevante per l’economia del Veneto e in particolare di alcuni territori, perciò è doveroso tutelare i tanti che rispettano le regole. E lo si fa non soltanto nei processi. Servono interventi e azioni innovativi per stroncare definitivamente questa attività illegale che per alcuni è diventata quasi un’abitudine. Pescare in zone interdette perché inquinate significa immettere abusivamente nel mercato prodotti dannosi alla salute che poi arrivano nei nostri piatti, perciò è anche una questione sanitaria da non sottovalutare. Nella sua risposta l’assessore ha detto che ‘la Giunta assicura il massimo impegno per la definizione e la realizzazione di efficaci e concrete azioni di contrasto al fenomeno della pesca illegale’ ma non ha specificato quali. E visto che, citando sempre Corazzari, ‘è da 25 anni che questo fenomeno si manifesta in laguna’, qualche perplessità sulla reale efficacia rimane”.