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Zanoni interviene sulla discarica Biasuzzi di Ponzano (TV): «La Provincia deve spiegare l’ennesima proroga concessa per la ricomposizione ambientale»

La Provincia di Treviso ha concesso un’altra proroga per la sistemazione della discarica per inerti di Biasuzzi a Ponzano Veneto (TV) ubicata sulla sponda est della cava a falda affiorante Morganella. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Mi chiedo quanto tempo dovrà ancora passare per la chiusura e la ricomposizione ambientale della discarica disposta dalla Provincia nel 2004. Il Presidente della Provincia Muraro deve spiegare ai cittadini i motivi di questo trattamento di favore nei confronti della ditta Biasuzzi Cave»

 

Il 27 febbraio 2013, con decreto n. 133/2013, la Provincia di Treviso ha autorizzato la ditta Biasuzzi Cave alla prosecuzione della gestione della discarica fino al 30 giugno prossimo. Da Palazzo Sant’Artemio, infatti, è arrivata l’ennesima proroga per la ricomposizione ambientale della discarica per inerti a Ponzano Veneto (TV).

 

Il termine per provvedere, questa volta, è fissato al 30 giugno 2013. Alla Biasuzzi Cave sono stati dunque concessi altri mesi per la ricomposizione ambientale della discarica che si trova vicino alla Cava Morganella.

 

Un anno fa, l’azienda aveva già ottenuto una proroga che aveva spostato il termine al 31 dicembre 2012. Ora, la Provincia ha deciso che la chiusura e la messa in sicurezza della discarica devono essere concluse entro il 31 maggio e, per il collaudo, la ditta avrà a disposizione un altro mese.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, del gruppo ALDE membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «La Provincia ha chiesto la chiusura e la ricomposizione ambientale nel 2004 e siamo ancora qui ad attendere che la ditta Biasuzzi vi ottemperi. Anzi, ora si concede altro tempo senza una motivazione accettabile. Mi viene il dubbio che la Provincia tema di turbare i rapporti tra Giorgio Granello, Sindaco di Ponzano e Segretario provinciale della Lega Nord e i Biasuzzi, che vorrebbero accordarsi sull’approfondimento della confinante Cava Morganella».

 

«La Provincia di Treviso invece di concedere proroghe illogiche, insensate e controproducenti, dovrebbe rendere noto l’esito dei rilievi effettuati nell’ottobre 2012 sul fondo della Cava Morganella, per definire la tipologia di materiale presente – ha aggiunto Zanoni – Il Presidente della Provincia, Leonardo Muraro, dovrebbe spiegare i motivi di questo trattamento di favore nei confronti di Biasuzzi».

 

«Se si fosse trattato di un comune cittadino – ha concluso Zanoni – La Provincia avrebbe già escusso le fideiussioni che la ditta Biasuzzi ha sottoscritto al tempo dell’autorizzazione e sarebbe intervenuta d’ufficio per la ricomposizione ambientale. Certamente non avrebbe concesso nuove proroghe. Invece per Biasuzzi si sono dovuti attendere 13 anni prima che la ditta sistemasse la frana della discarica nel laghetto di cava, dopo innumerevoli richieste formali».

 

BACKGROUND

 

DISCARICA BIASUZZI

 

Dal 1999, l’area della discarica della ditta Biasuzzi a Ponzano Veneto (TV) è stata interessata da franamenti della scarpata prospiciente il laghetto della cava Morganella. Solo nel giugno 2012, dopo 13 anni, sembra sia stato eseguito l’intervento di messa in sicurezza, anche se ad oggi non è stata ancora presentata la dichiarazione di fine lavori e collaudo.

 

Il 14 gennaio 2004 il Corpo Forestale dello Stato della Stazione di Volpago del Montello (TV), ha accertato la presenza di rifiuti non conformi presso la discarica di rifiuti inerti della Biasuzzi Cave Spa e le successive analisi dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) sui campioni rilevati, avrebbero confermato in particolare la presenza di piombo, nonché di cromo e arsenico.

 

La Provincia, il 16 giugno 2004, ha comunicato alla ditta Biasuzzi la sospensione cautelativa dell’autorizzazione allo smaltimento dei rifiuti inerti rilasciata nel 2000. La Procura di Treviso ha inoltre avviato un procedimento penale per la violazione delle norme contenute nel decreto legislativo numero 22 del 1997, noto come Decreto Ronchi sui rifiuti. Detto procedimento ha portato nel 2005 Fabio Biasuzzi e il responsabile della discarica ad una condanna del giudice Silvio Maras del Tribunale di Treviso per una sanzione pari a 6.456 euro per i rifiuti non conformi rinvenuti dal Corpo Forestale dello Stato nella discarica.

 

Nel 2004, la Provincia di Treviso ha richiesto la ricomposizione ambientale della discarica con il decreto n. 968 e con il decreto n. 508 del 29 ottobre 2010 ha autorizzato il progetto di ricomposizione ambientale fissando il termine per la presentazione di fine lavori e collaudo al 31 dicembre 2011. Il parere favorevole espresso il 4 ottobre 2010 dalla Commissione Tecnica Provinciale per l’Ambiente prescriveva anche che il progetto doveva essere realizzato entro un anno dalla data dell’atto di approvazione.

 

Con decreto n. 689 del 27 dicembre 2011 la Provincia concedeva invece 180 giorni di proroga. Il 30 luglio 2012, con decreto n. 380 arrivava un’ulteriore proroga di 180 giorni, fissando il 31 dicembre 2012 come termine ultimo per la presentazione della dichiarazione di fine lavori e collaudo funzionale della messa in sicurezza permanente e della chiusura della discarica, motivando lo slittamento con il fatto che “non era stata ancora completata la copertura finale della discarica, operazione che, salvo incognite legate principalmente alle condizioni meteorologiche, non dovrebbe richiedere più tempo di quanto ad oggi concesso”.

 

Dal 15 giugno 2012, data del sopralluogo durante il quale è stato verificato lo stato dei luoghi con riferimento al progetto approvato, al 31 dicembre 2012, data di scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione di fine lavori e collaudo, sono trascorsi 138 giorni lavorativi, dei quali solo 36 con precipitazioni rilevate nel comune di Ponzano.

 

Nel 2001 questa discarica è stata utilizzata anche dalla Mantovani Costruzioni Spa che vi ha portato le terre di bonifica da Marghera (VE). La stessa Mantovani Spa, oggi decapitata dei vertici al termine delle indagini per tangenti, condotte dai nuclei di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Venezia e Padova.

 

CAVA MORGANELLA

 

Il progetto di escavazione della Cava Morganella era stato presentato nel 2008 dall’associazione temporanea di imprese “Biasuzzi Cave S.p.A. – Calcestruzzi S.p.A. – Superbeton S.p.A.” alla Regione Veneto per continuare a scavare sul fondo nei comuni di Ponzano Veneto e Paese (TV). Il progetto, definito dai proponenti “di riqualificazione ambientale e urbanistica”, prevede un approfondimento della cava sotto falda dagli attuali 40 metri a ben 65 metri, per un totale di 6.400.000 metri cubi di ghiaia estratta. Le operazioni di ulteriore estrazione di materiali inerti avverrà totalmente sotto la falda acquifera, da tempo affiorata come dimostra il lago creatosi dalle dimensioni di circa 500.000 metri quadri (VIDEO del 2009).

 

Il 7 maggio 2012, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea affinché venisse fermato il progetto dell’ulteriore escavazione tra i comuni di Ponzano Veneto e Paese (TV) e per verificare se il progetto di nuova escavazione della cava Morganella mettesse a rischio la tutela delle acque superficiali e sotterranee della zona destinate al consumo umano, violando in questo modo la Direttiva Acque 2000/60/CE.

 

Il 28 giugno, il Commissario all’Ambiente UE, Janez Potočnik, in risposta, ha sottolineato l’obbligo per gli Stati membri di “adottare misure volte a prevenire il deterioramento dello stato dei corpi idrici sotterranei e di superficie” e il deterioramento “dovuto alla realizzazione di nuovi progetti è tollerato soltanto se si rispettano le condizioni stabilite dall’articolo 4, paragrafo 7 della Direttiva Quadro sulle Acque” tra le quali un prioritario interesse pubblico dell’opera (TESTO RISPOSTA).

 

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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