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Una nuova legge veneta mette a rischio i cuccioli della fauna selvatica

La Regione Veneto ha approvato una legge che consente l’allenamento dei cani da caccia tutto l’anno, mettendo a rischio i cuccioli dei mammiferi e i nidi e pulcini degli uccelli.

Il 2 agosto scorso, il Consiglio Regionale Veneto con un colpo di coda estivo ha approvato le “Norme regionali in materia di giovani cani” per disciplinare, come si legge nel testo, il movimento di giovani cani al fine di favorire il loro benessere.

In primo luogo, la legge, mascherata furbescamente dalla Lega che l’ha proposta come un’iniziativa animalista, non specifica cosa si deve intendere per “giovani”, lasciando imprecisata l’età dell’animale e percio’ dando carta bianca ai possessori. Invece, al comma 3 dell’articolo 2, comprende espressamente i cani “da destinare all’esercizio di attività venatoria” e consente questa pratica “dall’alba al tramonto su tutto il territorio regionale”, con la sola esclusione delle zone di protezione della fauna selvatica e dei parchi regionali e nazionali.

Andrea Zanoni, Europarlamentare IdV e vice Presidente dell’intergruppo per il Benessere degli animali al Parlamento Europeo ha affermato: «Con questa legge si potranno allenare i cani da caccia per 365 giorni l’anno, anche in primavera quando mammiferi e uccelli si stanno riproducendo e i loro pulcini sono dipendenti dai genitori, mettendo a rischio la loro sopravvivenza, nonché le uova nei nidi. Poi è gravissimo il fatto che questa attività venga concessa anche nelle Zone di Protezione Speciale e nei Siti di Importanza Comunitaria della Rete Natura 2000 dove l’Europa ci impone la massima tutela della fauna».

Nel periodo primaverile molte specie di uccelli nidificano a terra o nei cespugli, a portata dei cani da caccia. Si possono citare ad esempio: Allodola, Albanella, Beccamoschino, Calandrella, Calandro, Cappellaccia, Coturnice, Culbiaco, Cutrettola, Francolino di Monte, Gallinella d’Acqua Dolce, Luì Piccolo, Merlo, Ortolano, Passera Scopaiola, Pernice Rossa, Pettirosso, Prispolone, Saltimpalo, Scricciolo, Sordone, Spioncello, Starna, Sterpazzola, Stiaccino, Strillozzo, Succiacapre, Tottavilla, Usignolo, Zigolo Giallo, Zigolo Nero, Fagiano di Monte, Gallo Cedrone e Fagiano.

«Tra queste specie ve ne sono alcune che addirittura sono contemplate nella lista rossa dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), perché a rischio estinzione – ha sottolineato l’Europarlamentare Zanoni – Questa normativa viola palesemente l’articolo 5 lettera “d” della Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE che prevede l’assoluto divieto di disturbare i volatili deliberatamente durante il periodo di riproduzione e di dipendenza dai genitori. Per scongiurare gravissimi danni alla fauna selvatica della nostra regione mi sono attivato subito contro questa norma che va contro le direttive europee sulla tutela dell’ambiente».

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