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Taglia di 500 euro sul killer di gatti e cani a Santarcangelo (RN)

A Santarcangelo (RN) sono stati uccisi con bocconi avvelenati una decina di cani e gatti in pochi giorni. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «È necessario effettuare indagini serrate per fermare chi sta mettendo in pericolo l’incolumità pubblica e ha già ucciso dei poveri animali indifesi. Metto a disposizione una taglia di 500 euro per chi riuscirà a far consegnare questo losco figuro alla giustizia»

 

A Santarcangelo (RN), in via Amendola e nelle strade limitrofe a due passi dal centro storico, in pochi giorni si sono verificate morti atroci di cani e gatti uccisi con polpette avvelenate. I proprietari dei poveri animali hanno presentato segnalazioni agli uomini del Corpo Forestale dello Stato e alle Guardie ecologiche volontarie, che sono intervenuti sul posto per fare indagini. A Santarcangelo e nel comune vicino di Poggio Berni (RN), già in passato c’erano stati episodi simili. Alcuni cani, infatti, erano stati uccisi con la stricnina, nascosta dai cacciatori nelle esche per sterminare le volpi.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, ha affermato: «Chi sta compiendo una vera e propria strage è un delinquente senza scrupoli che mette a rischio anche i bambini che, inconsapevoli, possono entrare in contatto con i veleni disseminati sul terreno. Sono episodi gravissimi che vanno puniti in modo esemplare. L’avvelenamento costituisce un doppio reato: configura sia il maltrattamento di animali, che l’uso di mezzi vietati dalla legge nazionale nella caccia e dalla direttiva Ue Uccelli e Habitat. Le polpette sono state disseminate in città, non lontano dal centro storico, dove ogni giorno passeggiano decine di bambini: gli inquirenti devono al più presto fermare questa persona pericolosa e che sta mettendo a rischio la vita altrui, sia animale sia umana, che va  fermata  e assicurata alla giustizia. Metto a disposizione una taglia di 500 euro per chi riuscirà a dare informazioni utili per far individuare questo losco figuro».

 

BACKGROUND

 

Il 13 giugno 2012, Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea in cui ha chiesto di far rispettare il divieto di utilizzare bocconi avvelenati in tutto il territorio dell’Unione Europea, alla luce anche del dettato delle Direttive Uccelli 147/2009/CE e Habitat 43/1992/CE che ne vietano l’utilizzo.

 

Il 17 luglio 2012 il Commissario all’Ambiente Ue, Janez Potočnik, ha risposto a nome della Commissione ribadendo che “la Direttiva Uccelli e la Direttiva Habitat proibiscono esplicitamente tali metodi, insieme ad altre prassi simili non selettive e pericolose”. Pur affermando che “l’attuazione e l’applicazione della legislazione sono di competenza delle autorità degli Stati membri, la Commissione, consapevole del fatto che l’uso illecito di veleno rappresenti uno dei maggiori problemi per la conservazione di alcune specie a rischio di estinzione, ha finanziato diversi progetti LIFE che hanno direttamente affrontato il problema. I risultati e l’esperienza ottenuti da questi progetti contribuiranno a trovare modi possibili più efficaci per far fronte alla questione delle esche avvelenate in Europa”.

 

L’eurodeputato ha anche condotto un’indagine tra gennaio e maggio 2012, basata su segnalazioni di associazioni e notizie a mezzo stampa da cui sono emersi 282 casi di probabile avvelenamento in 11 regioni e 30 province italiane. È stato registrato in totale il coinvolgimento di ben 151 cani, 124 gatti e di alcune specie selvatiche (aquila reale, tasso, storno e colombo). In alcuni casi di avvelenamento è stata accertata la responsabilità di sostanze rientranti nelle categorie dei lumachicidi e degli insetticidi, mentre la stricnina, sostanza dichiarata illegale in Italia, risulta aver causato il decesso di sei cani. I casi registrati rappresentano soltanto la punta dell’iceberg che emerge a seguito della morte di animali domestici di proprietà e delle denunce dei proprietari.

 

L’ampia diffusione del fenomeno è evidenziata anche dalla letteratura scientifica, dove uno studio del 2009 condotto in cinque Stati membri che sottolinea come sia proprio l’avvelenamento una delle principali cause di mortalità della fauna selvatica in questi Paesi.

 

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