Solo arresti domiciliari per i piromani. Zanoni:«Il Parlamento riveda subito la norma»

Mercoledì 3 luglio sono entrate in vigore le Disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena, che hanno previsto per l’incendio boschivo doloso l’applicazione delle misure alternative dei domiciliari o dell’affidamento ai servizi sociali. L’europarlamentare Andrea Zanoni ha affermato: «Non è ammissibile per un reato così grave la possibilità di cavarsela con gli arresti domiciliari. Appoggio le preoccupazioni e la protesta dell’Associazione Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale e invito il Parlamento a rivedere quest’errore che porterebbe a conseguenze ancor più allarmanti»

 

Mercoledì 3 luglio 2013 è entrato in vigore il Decreto Legge “Svuota Carceri” numero 78 dell’1 luglio 2013 “Disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena” che dovrà ora essere convertito in legge dal Parlamento. L’articolo 423 bis del Codice Penale, che prevede il delitto di incendio boschivo doloso punito con la reclusione da 4 a 10 anni, è stato fatto rientrare tra i reati per i quali è prevista l’applicazione delle misure alternative degli arresti domiciliari o dell’affidamento ai servizi sociali.

 

L’Associazione Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale (AIPP) ha lanciato l’allarme chiedendo che il delitto di incendio boschivo venga escluso dall’ambito di applicazione dell’estensione delle pene alternative al carcere.

 

La possibilità per i piromani di non scontare la pena in carcere dopo la condanna definitiva è arrivata dopo la notizia della riduzione a soli 15 velivoli della flotta di Canadair impegnata nel 2013 per lo spegnimento dei maggiori roghi boschivi.

 

L’eurodeputato del gruppo ALDE Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Chi volontariamente causa danni spesso irreparabili al patrimonio boschivo deve essere trattato da criminale. Gli incendi, troppo spesso dolosi, che ogni estate provocano perdite inestimabili all’ambiente, con la morte di centinaia di animali selvatici, rappresentano anche costi enormi per la collettività. Ogni intervento per domare le fiamme mette a rischio la vita di operatori e volontari. Gli autori devono scontare pene severe perché il reato è gravissimo. Appoggio, quindi, le considerazioni dell’Associazione della Polizia Provinciale e chiedo che la previsione che riguarda gli incendi boschivi dolosi non venga convertita in legge dal Parlamento che deve evitare un errore così grave. Se si potesse scontare la sola pena alternativa non esisterebbe più alcun deterrente per questi criminali».

 

 

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