Polo industriale Barcon, Zanoni condanna minacce a Di Santo

Andrea Zanoni (IdV) chiede alla magistratura di indagare sulle ripetute minacce al  presidente del Credito Cooperativo Trevigiano contrario al polo industriale. “Questo modo di fare è mafioso”. Il 12 aprile se ne parla ad un convegno pubblico

“Chiedo alla magistratura e agli inquirenti di fare indagini sulle ripetute minacce ricevute dal presidente del Credito Cooperativo Trevigiano”. Lo dice Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, condannando la telefonata anonima ricevuta dalla moglie di  Nicola Di Santo alla fine della  trasmissione «Ore 13», andata in onda ieri su Antenna Tre. “Queste minacce sono fatte in pieno stile mafioso. Mi domando quali interessi ci siano dietro il progetto del polo industriale di Barcon e soprattutto quali soldi”.

Non è la prima volta che Di Santo viene fatto oggetto di minacce da parte di ignoti per la sua ferma opposizione ad un progetto che reputa “sbagliato per il territorio e che abbiamo sempre osteggiato, ma alla luce del sole”. Il progetto prevede la costruzione del maxi macello della Colomberotto, della cartiera della Rotocart e dello sbancamento della campagna di via Terza Armata per realizzare il polo agroindustriale.

“Le minacce che continuano a piovere su chi democraticamente osteggia questo progetto rispondono ad una logica fino a non molto tempo fa estranea nel trevigiano: la logica mafiosa”, attacca Zanoni. “Impossibile non pensare agli interessi milionari che ci sono dietro, agli interessi di chi vuole costruire l’ennesimo conglomerato di capannoni e cemento in una provincia già martoriata da centinaia di capannoni vuoti e inutilizzati”.

Per questo motivo Zanoni ha organizzato il convegno “Fermiamo i predoni del nostro futuro” il 12 aprile al Centro Congressi BHR Treviso Hotel, dove si parlerà insieme al Direttore Provinciale della CNA di Treviso Giuliano Rosolen del mega progetto Ikea di casale sul Sile e all’architetto Enzo Bergamin della Fondazione Villa Emo onlus del progetto del polo industriale di Barcon”. A questo proposito Zanoni riferisce che “è allo studio della commissione Ambiente del Parlamento europeo una relazione sull’uso efficiente delle risorse che prevede di azzerare la cementificazione dei terreni agricoli entro il 2050 che oggi causa la scomparsa di mille chilometri quadrati di territorio l’anno in tutta Europa”.

“Parleremo in modo civile e democratico del perché questo polo industriale non sa da fare. Nel frattempo mi auguro che la magistratura indaghi su chi invece usa metodi mafiosi per chiudere la bocca a chi è contrario – conclude Zanoni – A questo punto, e di fronte anche alle minacce rivolte a  Di Santo, mi chiedo se  il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro stia almeno considerando la possibilità di rinunciare a questo contestato progetto ”.

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