Pfas e Covid, Zanoni e Bigon (PD): “Mortalità più alta del 60% nella zona rossa. La Regione acceleri le operazioni di bonifica, la barriera idraulica non basta”

Venezia, 16 giugno 2021

“L’audizione del professore Carlo Foresta in Parlamento dei giorni scorsi non può passare inosservata: mortalità da Covid maggiore del 60% e sintomi più gravi nelle zone maggiormente inquinate da Pfas, l’area rossa. E gli effetti sulla salute purtroppo non scompariranno quando ci saremo messi alle spalle la pandemia. Occorre perciò accelerare il processo di caratterizzazione e bonifica, garantire acqua pulita ai cittadini e all’agricoltura, per non compromettere ulteriormente la catena alimentare”. Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon, consiglieri regionali del Partito Democratico, tornano sulla ricerca del professore di Endocrinologia dell’Università di Padova, illustrata davanti alla commissione bicamerale sulle Ecomafie. “Nello studio viene evidenziato come i Pfas provochino un aumento di ischemie, ipertensione, malattie cardiovascolari, autismo, Alzheimer e trombi, indeboliscano le ossa e riducano la fertilità negli uomini. Ma soprattutto colpisce il dato sulle conseguenze del Covid-19 sui residenti nella zona rossa: +60% della mortalità è impressionante. Per questo, dopo troppo tempo perso, è necessario intervenire, così da evitare ulteriori contaminazioni e tutelare la salute degli abitanti. Sulla bonifica siamo ancora troppo indietro: la sola barriera idraulica non è sufficiente per trattenere l’inquinamento presente nel terreno sottostante il sito della Miteni e i settemila carotaggi assicurati da Zaia nel 2017 sono rimasti nel libro dei sogni”.

 

“C’è poi il tema della catena alimentare: per conoscere lo studio della Regione sull’impatto dei Pfas sui prodotti che finiscono sulle nostre tavole c’è stato bisogno dell’intervento del Tar che ha dato ragione a Greenpeace: le carte richieste dall’associazione ambientalista sono state consegnate? I 60 giorni di tempo indicati dal Tribunale amministrativo sono già scaduti”. 

 
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