L’ASSOCIAZIONE MEDICI PER L’AMBIENTE – A.M.A. DI TREVISO CON IL SUO PRESIDENTE CONFERMA CHE LA RELAZIONE DELL’ULSS 9 SUL CANCRO A PAESE RISPONDE SOLO IN PARTE AL QUESITO DELLA PETIZIONE SOTTOSCRITTA DAI 2157 CITTADINI DI PAESE: “A PAESE SI MUORE DI CANCRO PIÙ O MENO CHE ALTROVE?” L’AMA AFFERMA INOLTRE: “LO STUDIO CHE IL SERVIZIO DI IGIENE HA APPRONTATO È UNO STUDIO DESCRITTIVO (BASATO SUI DATI UFFICIALI DI MORTALITÀ E DI MORBOSITÀ) E QUINDI, PER LA SUA STESSA NATURA, PARZIALMENTE ATTENDIBILE E COMPLETO”.

Il dott. Francesco Cavasin, presidente dell’Associazione Medici per l’Ambiente – A.M.A. di Treviso, su richiesta di Paeseambiente, ha effettuato alcune considerazioni sullo studio dell’ULSS 9 sul cancro a Paese presentato al pubblico il 20 maggio scorso al cinema Manzoni di Paese (Cf. comunicato stampa del 22 maggio 2008 su www.paeseambiente.org). Il dott. Cavasin con il suo contributo (Cf. testo completo in allegato e su www.paeseambiente.org) ha evidenziato quanto segue: 1) quello compiuto dall’ULSS è uno studio descrittivo (basato sui dati ufficiali di mortalità e di morbosità) e quindi, per la sua stessa natura, parzialmente attendibile e completo; 2) è stata fatta una fotografia della realtà attuale (relativa al periodo studiato) privilegiandone alcuni aspetti e, per questo, senza poter dare una risposta al quesito di fondo della petizione: “nella Comunità di Paese ci si ammala di più che altrove?”. Nella lettera del presidente dell’A.M.A. vengono poi posti questi importanti quesiti che per ora attendono risposta:
1) All’interno della popolazione di Paese è stato verificato se e come sono distribuiti i casi di morte per neoplasia e per sesso in relazione ai siti inquinati? (calcolo del rischio attribuibile, calcolo della mortalità proporzionale – Tutto ciò è possibile attraverso uno studio epidemiologico trasversale);
2) Una volta identificati i casi di morte, è stata esplorata la presenza di possibili fattori causali che possono aver agito nel tempo? (identificazione dei fattori di rischio mediante uno studio epidemiologico retrospettivo).
Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente ha dichiarato: Ringraziamo il dott. Cavasin per il prezioso contributo che ci aiuta a comprendere quali sono gli aspetti fondamentali che uno studio epidemiologico deve affrontare affinché ci siano delle risposte chiare, precise e incontrovertibili. In sostanza abbiamo avuto solo conferme in merito ai nostri dubbi e interrogativi e alle grosse lacune che lo studio dell’ULSS 9 presenta, lacune che speriamo vengano colmate al più presto. Crediamo sia un diritto che su una questione così delicata ci sia il massimo della trasparenza ed una informazione il più possibile completa. Paeseambiente è in attesa di altri autorevoli pareri sullo studio sul cancro a Paese che renderà noti appena sarà possibile.
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CONTRIBUTO DEL DOTT. FRANCESCO CAVASIN INDIRIZZATO A PAESEAMBIENTE – MAGGIO 2008
I Cittadini di Paese, con la petizione presentata al loro Primo Cittadino, hanno inteso chiedere informazioni sul proprio stato di salute in relazione al numero delle morti per cancro e alla relativa salubrità dell’aria minacciata da elevate concentrazioni di polveri sottili e da cattivi odori.
Il Primo Cittadino, quindi, ha interpellato il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ULSS 9 che ha preso in esame i dati relativi alle morti per tumore nel periodo 1990-2002 arrivando alle seguenti conclusioni:
analizzando l’INCIDENZA, cioè il numero di nuovi casi di neoplasia in un anno:
– ha riscontrato un incremento delle neoplasie pari allo 0,8 % per i maschi e all’ 1% per le donne.
tali percentuali sono state evidenziate anche a livello regionale e nei Comuni limitrofi.
– ha osservato una riduzione della mortalità globale generale per tutte le cause di morte.
– ha constatato che tra le donne, il tumore della mammella è quello più frequentemente causa di morte, mentre per i maschi lo è quello del polmone.
Tutto questo in analogia con le popolazioni di riferimento (Intervallo di confidenza= I.C. 95%).
N.B. tenere ben distinti la FREQUENZA, l’INCIDENZA, il TASSO GREZZO e il TASSO STANDARDIZZATO.
Con tali osservazioni si può affermare che la Popolazione di Paese è più a rischio di ammalarsi di altre popolazioni dei comuni vicini? È meno a rischio? Ha un rischio uguale?
Lo studio che il Servizio di Igiene ha approntato è in sostanza uno studio descrittivo (basato sui dati ufficiali di mortalità e morbosità) e, per sua stessa natura, è solo in parte attendibile e completo. Può fornire un quadro generale delle dimensioni del problema (ci si ammala di più di tumore perché si vive di più e per fattori di rischio voluttuari ed ambientali; si muore meno perché probabilmente si fa diagnosi precoce e, oggi, vi sono a disposizione più efficaci trattamenti). Ragionando su tali dati, però, si possono identificare gruppi di popolazione a rischio (in realtà lo studio ha esteso il confronto fra popolazioni (macroaree) e non ha fornito dati all’interno della stessa popolazione (microaree) sulla distribuzione e aggregazione dei casi. All’interno della popolazione di Paese è stato verificato se e come sono distribuiti i casi di morte per neoplasia e per sesso in relazione ai siti inquinati? (calcolo del rischio attribuibile, calcolo della mortalità proporzionale – Tutto ciò è possibile attraverso uno studio epidemiologico trasversale). Una volta identificati i casi di morte, è stata esplorata la presenza di possibili fattori causali che possono aver agito nel tempo? (identificazione dei fattori di rischio mediante uno studio epidemiologico retrospettivo) In sostanza si è fatto una fotografia della realtà attuale; su questa fotografia ognuno può soffermarsi a privilegiare questo o quel particolare ma pur osservandoli attentamente non ci danno la possibilità di rispondere al quesito di fondo della petizione: nella Comunità di Paese ci si ammala di più che altrove? Il Servizio di Igiene dovrebbe impegnarsi in uno studio longitudinale, prospettivo o di coorte. Uno studio siffatto permetterebbe la definizione dei fattori di rischio per la malattia e può fornire informazioni sull’evoluzione della malattia. In questi studi la popolazione viene mantenuta sotto osservazione (registrazione delle cause di morte, delle cause di ricovero, delle malformazioni congenite; misurazione seriata delle concentrazioni di particolato nell’aria e di alcuni gas nocivi, ecc.) per un certo periodo di tempo. A conclusione dello studio si può valutare il contributo di un fattore di rischio sull’evoluzione della malattia. Questa tipologia di studio non necessariamente deve essere protratta nel tempo o proiettata nel futuro. Alcune volte è possibile ricostruire con completezza ed attendibilità dati specifici sulla storia sanitaria di una coorte da documentazione precedentemente archiviata, o tramite interviste. Solo in questo modo, ritengo possibile si possa rispondere in modo chiaro alle legittime richieste contenute nella petizione promossa dai Cittadini di Paese. Lo studio compiuto dal Servizio di Igiene su incarico del Comune è solo un primo passo; fate in modo che ve ne siano altri. Cordialmente dott. Francesco Cavasin

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