Inaccettabile attacco di Enel a Greenpeace

Andrea Zanoni (Eurodeputato IdV) condanna la denuncia ai danni dell’associazione ambientalista da parte di Enel sulla campagna contro il carbone. “Enel difenda il suo carbone con i fatti non a colpi di denunce”. “A Porto Tolle la centrale non la vogliamo”

“Il bavaglio che Enel sta cercando di mettere a Greenpeace per la sua campagna contro il carbone è un atto intimidatorio che mostra quanto l’azienda abbia la coda di paglia sull’inquinamento delle sue centrali”. E’ il commento di Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, alla denuncia dell’associazione ambientalista da parte di Enel che chiede risarcimenti salati e la chiusura immediata dei siti Internet dell’associazione. “Invito Enel a dimostrare che il suo carbone è veramente pulito con dati e conferenze invece che trascinare in tribunale chi non ha fatto altro che portare all’attenzione dell’opinione pubblica rapporti ufficiali sull’effetto del carbone su ambiente e salute, come quello dell’Agenzia europea dell’ambiente”.

 

Nella querela per diffamazione Enel chiede lo stop della campagna mediatica di mobilitazione “Bollette sporche”, del relativo video, del sito dedicato (www.facciamolucesuenel.org) e dell’intera campagna fatta di t-shirt, volantini e fac-simile di bolletta spediti a 100mila cittadini per informarli e sensibilizzarli. Pesanti le richieste di risarcimento: 10mila euro per ogni giorno di prosecuzione della campagna e 1000 euro per ciascun militante che dovesse proseguire sulla via della contestazione.

 

“La verità è che l’azienda ha paura che l’opinione pubblica conosca veramente gli effetti del carbone, una delle fonti fossili più sporche al mondo e nei confronti del quale l’intera Unione europea sta voltando pagina all’interno della sua Road Map 2050, approvata lo scorso 15 marzo dal Parlamento europeo, per abbattere le emissioni di Co2 per la lotta al cambiamento climatico”, attacca Zanoni. “A Greenpeace e ai suoi volontari va tutta la mia solidarietà e l’invito a non lasciarsi intimorire da questa azione legale”.

 

“Non è un caso che l’affondo arrivi qualche giorno dopo la discutibile sentenza del Consiglio di Stato sulla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle a Rovigo per la quale restiamo in attesa della valutazione finale di impatto ambientale – conclude Zanoni – Enel ed amministrazioni regionali come la Giunta Zaia sbagliano a volerci imporre il carbone a suon di denunce. L’opposizione degli italiani non si ferma in tribunale”.

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