L’eurodeputato Andrea Zanoni presenta un’interrogazione alla Commissione europea sul caso del delfinario di Rimini dove il Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato quattro delfini. “L’Ue spinga gli Stati membri a rispettare la direttiva Ue sugli zoo. Basta a queste strutture-carcere per i delfini”
“L’Ue intervenga affinché scandali come quello del delfinario di Rimini rimangano casi isolati e non si verifichino in altre parti d’Europa”. Lo chiede Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e vice presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, con un’interrogazione alla Commissione europea. “Dopo la conferma del sequestro preventivo di quattro delfini da parte del Tribunale del Riesame di Rimini, il delfinario di Rimini deve chiudere per sempre e le istituzioni europee devono assicurare il rispetto della direttiva Ue sugli zoo in tutti i 28 stati membri”.
“Personalmente sono contrario ai delfinari e a qualsiasi forma di detenzione in cattività di animali nati liberi – incalza Zanoni – Tuttavia, finché queste strutture non saranno un lontano ricordo del passato, l’Europa deve vigilare affinché le autorità locali adottino alla lettera le indicazioni europee per la tutela di questi animali”.
Zanoni sarà a Rimini venerdì 4 ottobre per la conferenza “Nel rispetto degli animali” (ore 21.00 – Sala Marvelli, Via D. Campana n. 64 ) dove si parlerà anche del caso del delfinario di Rimini.
“La messa in cattività dei cetacei è una pratica deprecabile. Costringe animali come i tursiopi a vivere in vasche anguste e a condividere i piccoli spazi con animali della stessa specie quando sono note la loro capacità di percorrere lunghe distanze in mare ogni giorno e l’importanza delle relazioni sociali che si instaurano nel branco di appartenenza – aggiunge l’eurodeputato, che chiede alla Commissione europea di “confermare quanto affermato dal Corpo forestale dello Stato italiano, ovvero che si tratti del primo sequestro di delfini in Europa per l’ipotesi di reato di maltrattamento animale”, “quanti delfinari siano attivi nell’Unione europea e quanti siano in totale i cetacei detenuti in cattività” e “se l’Europa stia controllando che gli Stati Membri effettuino i dovuti controlli al fine di prevenire il ripetersi di situazioni come quella del delfinario di Rimini”.
Contro il delfinario di Rimini il coordinamento “Basta Delfinari”, forte di una petizione di protesta di ottomila firme ha indetto una manifestazione a Rimini per sabato 19 ottobre.
BACKGROUND
Il 30/09/2013 il Tribunale del Riesame di Rimini ha confermato il sequestro preventivo degli animali. Il 12/09/2013 quattro delfini dal naso a bottiglia (Tursiops truncatus) detenuti in cattività presso il delfinario di Rimini erano stati sequestrati a seguito di indagini eseguite dal Corpo forestale dello Stato –Servizio Centrale CITES– che a fine luglio 2013 era intervenuto presso la struttura per verificarne la conformità alla normativa in materia di zoo (intervento condotto da funzionari del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, da medici veterinari del Ministero della Salute e da esperti di mammiferi marini). In tale occasione erano state accertate diverse irregolarità e comminate sanzioni amministrative per circa 18.000 euro. Erano emerse: assenza di riparo dal sole e dalla vista del pubblico, carenza di un adeguato sistema di raffreddamento e di pulizia dell’acqua, nonché vecchie vasche di contenimento irregolari non adatte a consentire un adeguato movimento dei tursiopi e a garantirne la salute fisica e psichica. I delfini inoltre non erano sottoposti ad un idoneo programma di trattamenti medici veterinari, come testimonia l’assenza di vasche predisposte a tal fine, o adibite alla quarantena o ad ospitare le femmine durante il periodo di gravidanza e allattamento. Oltre a questi illeciti, era stato appunto ipotizzato il reato di maltrattamento animale.
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