Esplosivi fatti in casa, Ue: limitare la vendita di certi prodotti

Il Parlamento europeo chiede nuove regole per la vendita di certi prodotti che possono essere utilizzati per la fabbricazione di esplosivi artigianali.

 

Andrea Zanoni (IdV): “Così si combatte concretamente il terrorismo”.

 

“La lotta al terrorismo si combatte impedendo ai terroristi di fare le bombe, non imponendo a tutti i passeggeri europei strumenti inutili come i body scanner”. E’ il commento di Andrea Zanoni, eurodeputato IdV, all’approvazione di oggi a Strasburgo (621 votanti, 595 favorevoli, 14 astenuti, 12 contrari) della “proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’immissione sul mercato e all’uso di precursori di esplosivi” dell’eurodeputato Jan Mulder (olandese, liberale).

 
Zanoni: “Con questa relazione vogliamo regolamentare l’accesso del pubblico a sostanze specifiche comunemente utilizzate ma che possono essere anche usate impropriamente per fabbricare degli esplosivi. Si tratta di una lista di sostanze chimiche oggi troppo spesso acquistabili senza avere alcun requisito che ne motivi l’acquisto e che possono essere usate per la fabbricazione di esplosivi che vanno dalle bombe carta a ordigni di più ampio impatto”.

 
L’eurodeputato sottolinea come la relazione del Parlamento europeo, che si rivolge ai grossisti, ai dettaglianti e agli Stati membri, prevede che “qualsiasi transazione considerata sospetta sulla base di ragionevoli motivi deve essere segnalata all’apposito punto di contatto unico nazionale. Si tratta di un passo piccolo ma concreto verso una maggiore sicurezza per tutti, meno mediatico rispetto ai tanto acclamati ma inutili bodyscanner ma ben più efficace in quanto affronta direttamente il problema degli ordigni fatti a casa”.

 
BACKGROUND

 
La Commissione europea aveva proposto un regolamento inteso a limitare l’accesso del pubblico a sostanze specifiche comunemente utilizzate, ma che possono essere anche usate impropriamente come precursori di esplosivi. Nei due allegati del testo della Commissione, sono comprese quindici sostanze per le quali, quando l’acquisto sia “sospetto”, ne andrebbe denunciata la transazione al punto di contatto unico nazionale.

Secondo la relazione approvata, l’onere economico sarebbe ripartito in misura pressoché uguale tra i produttori e i dettaglianti (attraverso costi di conformità, etichettatura, riformulazione e mancate vendite) e le autorità nazionali competenti cui spetterebbe istituire e dotare di personale i necessari sistemi di licenza, raccolta di informazioni e segnalazione.

 

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