Il Commissario Ue all’Ambiente risponde al deputato in merito al conferimento di rifiuti di amianto nella discarica di Paese (TV): “Chiederemo informazioni all’Italia”.
Zanoni: “Basta conferire l’amianto in discarica, ci vogliono seri processi di inertizzazione in vista della messa al bando entro il 2023”
Il Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik risponde ad un’interrogazione presentata da Zanoni sul deposito di ingenti quantità di rifiuti di amianto sopra una falda acquifera in una discarica a Paese (Treviso): “La Commissione contatterà le autorità italiane per chiedere delucidazioni in merito allo status giuridico della discarica in oggetto e ai potenziali rischi che comporta per le acque sotterranee”.
Zanoni lo scorso novembre aveva denunciato a Bruxelles il conferimento di rifiuti contenenti amianto in una discarica di Paese in provincia di Treviso e il conseguente pericolo per la falda acquifera sotterranea. Secca la risposta del Commissario Potočnik: “La direttiva quadro sulle acque impone agli Stati membri di evitare qualsiasi tipo di deterioramento della qualità dei corpi idrici sotterranei e di conseguire un buono stato delle acque sotterranee entro il 2015”. E poi ancora “la direttiva sulle acque sotterranee richiede agli Stati membri di determinare standard nazionali di qualità, i cosiddetti valori soglia, in funzione dei rischi di inquinamento delle acque sotterranee”.
A questo proposito Zanoni afferma che “bisogna dare delle risposte ai rischi di contaminazione da fibre per le acque sotterranee e pertanto devono essere stabiliti dei valori soglia anche per l’amianto cosa che l’Italia ancora non ha fatto in buona compagnia”.
“La Commissione ha aggiunto che la rimozione di rifiuti di amianto da una discarica in linea di principio non è realizzabile perché potrebbe comportare maggiori rischi – conclude l’eurodeputato – Ma questo naturalmente vale se si parla di una discarica regolare con i requisiti previsti dalle norme, ma questo non vale per la discarica di Paese. Infatti i rifiuti di amianto presenti sono stoccati in difformità dalle vigenti normative e sono stati conferiti in mancanza di una valida autorizzazione”.
BACKGROUND
A Paese, comune di circa 22.000 abitanti in provincia di Treviso, esiste una ex cava dove negli anni sono stati estratti oltre 1.100.000 metri cubi di ghiaia, nella quale è stata successivamente autorizzata una discarica per rifiuti inerti di proprietà della ditta Terra srl del gruppo Mosole. In questa discarica sono presenti circa 80.000 tonnellate di rifiuti di amianto conferiti grazie ad una autorizzazione della Provincia di Treviso (Decreto n.843 del 21 ottobre 2004), dichiarata successivamente illegittima dal Consiglio di Stato (Sentenza n.1329 del 20 marzo 2007), per la violazione della Direttiva 99/31/CE sulle discariche di rifiuti e della Direttiva sulla Valutazione di Impatto Ambientale, valutazione ambientale che per detta discarica non era mai stata eseguita.
Nonostante una richiesta di bonifica dell’allora sindaco di Paese, Valerio Mardegan, del 3 aprile 2008 alla Provincia di Treviso, questi rifiuti cancerogeni, ad oggi, non sono stati ancora asportati e al momento si trovano depositati a pochissimi metri dalla quota della falda acquifera dalla quale, a valle, attingono l’acqua centinaia di pozzi della rete consortile acquedottistica locale, rete che alimenta di acqua potabile le abitazioni di decine di migliaia di cittadini delle province di Treviso e di Venezia.
In data 17 maggio 2012 l’azienda titolare della discarica ha presentato ufficialmente al pubblico un progetto di riclassificazione della discarica da rifiuti inerti a rifiuti speciali allo scopo di conferire nella stessa, ulteriori 460.000 metri cubi di rifiuti contenenti amianto. In tale progetto, però non veniva ancora prevista alcuna bonifica delle 80.000 tonnellate di rifiuti di amianto già presenti e depositate illegalmente e potenzialmente fonte di inquinamento della sottostante falda acquifera e dell’aria.
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