Il Commissario Ue all’Ambiente risponde all’interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni sulla contaminazione da tetracloroetilene (PCE) verificatosi a Negrar, ma anche a Poiano, Quinto e Santa Maria in Stelle (VR). PCE responsabile dell’inquinamento di 62 corpi idrici in ben 6 Paesi Ue. Zanoni: “Chi di dovere non perda tempo. Le autorità devono individuare subito le fonte dell’inquinamento e presentare il conto a chi ha inquinato”
“A norma della direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE, gli Stati membri devono individuare la fonte di contaminazione e indicare nei loro piani di gestione dei bacini idrografici le misure per migliorare lo stato delle acque”. E la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, i due gravi casi di inquinamento da tetracloroetilene verificatesi uno a Negrar, esattamente ad Ardizzano e San Vito, e l’altro a Poiano, Quinto e Santa Maria in Stelle in provincia di Verona. Zanoni: “Con l’acqua pubblica non si scherza. La sua qualità deve essere una priorità per le autorità locali come per quelle europee perché di mezzo c’è la salute di milioni di cittadini”.
Il Commissario Ue fa sapere che “a norma della direttiva sulle acque destinate al consumo umano, entro la fine del 2014 gli Stati membri dovranno pubblicare le relazioni sulla qualità delle acque potabili (con i dati del periodo 2011-2013) e trasmetterle alla Commissione, che le esaminerà e pubblicherà a sua volta una relazione di sintesi (entro la fine del 2015). In base all’esame dei dati, la Commissione deciderà se occorre intervenire”. La Commissione precisa di essere già al corrente che “il PCE è responsabile delle cattive condizioni in cui versano 62 corpi idrici sotterranei di sei Stati membri, tra cui l’Italia”.
“La frequenza minima con cui vanno effettuati i controlli dell’acqua per determinare il livello delle sostanze inquinanti è stabilita nella direttiva quadro sulle acque e nella direttiva sulle acque destinate al consumo umano – incalza Zanoni – Entrambe queste direttive prevedono che gli Stati membri abbiano l’obbligo di stabilire adeguati programmi di controllo. Ecco che spetta agli Stati membri valutare se sono necessari controlli più frequenti e metterli in atto. Alla luce dell’allarme dell’ULSS (Unità Locale Socio Sanitaria) n. 22 di Bussolengo (VR) sulle concentrazioni oltre i limiti di legge di tetracloroetilene (PCE) nell’acqua pubblica di Ardizzano e San Vito nel comune di Negrar (VR), ulteriori controlli e un pronto intervento sono più che necessari”.
“Invito le autorità competenti a non perdere altro tempo visto che stiamo parliamo di una falda acquifera che serve un acquedotto con ben 18.000 utenze nel comune di Negrar e di un’altra falda dei comuni di Poiano, Quinto e Santa Maria in Stelle. La prima cosa che si deve fare è individuare le due fonti dell’inquinamento per eliminarle e subito dopo individuare i responsabili di queste contaminazioni ai quali presentare il conto”, conclude l’eurodeputato.
NOTE
L’ULSS 22 di Bussolengo (VR) ha rilevato concentrazioni di tetracloroetilene (PCE) ad Ardizzano e San Vito nel comune di Negrar (VR) pari rispettivamente a 11,1 µg/l (microgrammi per litro) e 11,9 µg/l, ovvero superiori al limite di legge di 10 µg/l. Il sindaco del comune di Negrar ha vietato ai cittadini di bere l’acqua o di utilizzare la stessa per preparazioni alimentari che ne prevedessero un’alta concentrazione, divieto restato in vigore per due giorni.
Nei primi mesi del 2013 era già stata riscontrata la contaminazione da tetracloroetilene (PCE) di una falda acquifera superficiale nella Bassa Valpantena che ha coinvolto i comuni di Poiano, Quinto e Santa Maria in Stelle (VR); in questo caso l’inquinamento, che ha interessato pozzi privati utilizzati in agricoltura, ha raggiunto livelli allarmanti anche pari a 600 µg/l, ovvero pari a 60 volte il limite di legge.
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