Il Governatore Luca Zaia, in occasione dell’ondata di maltempo che ha investito il Veneto, per l’ennesima volta ha ribadito “Meno asfalto, ci basta quello già programmato”. L’europarlamentare PD Andrea Zanoni ha affermato: «Chiedo al Presidente della Regione un minimo di serietà e di coerenza. I cittadini hanno bisogno di leggi che funzionino e non di proclami occasionali dettati dall’emergenza».
Il 31 gennaio 2014, in occasione dell’incontro con i giornalisti sugli effetti del maltempo che ha colpito il Veneto, il Presidente del Veneto Luca Zaia ha sottolineato ancora una volta “Meno asfalto, ci basta quello già programmato”.
È da agosto 2012 che il Governatore Zaia ha annunciato battaglia alla cementificazione selvaggia, prima promettendo una legge ad hoc e, poi, l’istituzione di un’apposita commissione, entrambe rimaste nel cassetto.
L’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, ha affermato: «È sufficiente scorrere l’elenco delle Grandi Opere stilato dall’associazione “Beati i Costruttori di Pace” di Don Albino Bizzotto, ideatore di una marcia del digiuno contro il consumo del territorio e per la tutela ambientale che ha dilagato ben oltre i confini del Veneto. È arrivato il momento che Zaia la finisca di approvare o sostenere opere come veneto City, la Pedemontana o la Valdastico Nord e il giorno dopo decida di fare proclami contro la cementificazione. Chiedo al Presidente un minimo di serietà e di coerenza, perché i cittadini hanno bisogno di leggi che funzionino e non di promesse che lasciano il tempo che trovano. Mi auguro che questa sia stata l’ultima battuta prima di arrivare a norme chiare. I veneti sono stanchi di promesse, battute da parte di chi fino ad oggi ha prodotto solo un fiume di parole per la carta stampata. Zaia è pagato per governare il Veneto con leggi utili a risolvere i problemi e non per fare chiacchiere e proclami».
Il 24 maggio 2012, il Parlamento europeo ha approvato la relazione su “Un’ Europa efficiente nell’impiego delle risorse”, con la quale ha dato chiare indicazioni alla Commissione europea per arrivare gradualmente entro il 2050 allo stop definitivo dell’edificazione e dell’asfaltatura di territorio agricolo e naturale.
«Serve una norma che consenta una moratoria sulle grandi opere inutili spesso sovradimensionate per il contenimento del consumo di suolo e della bolletta dei cittadini – ha aggiunto Zanoni – La vogliono i cittadini, lo chiede l’Europa, ne dimostra la necessità l’emergenza idrogeologica che sta flagellando il Veneto in questi giorni».
Il 13 maggio 2013, l’eurodeputato Zanoni, in alternativa alla relazione commissionata dalla Regione allo studio Barel per arrivare ad una norma che consenta una moratoria sulle nuove costruzioni, aveva offerto addirittura il suo aiuto pur di fermare gli innumerevoli scempi ambientali che colpiscono ogni angolo sopravvissuto all’avanzata del cemento.
«Avevo già dichiarato di essere disponibile a scrivere questo singolo comma “salvasuolo” a costo zero, facendo risparmiare quattrini ai contribuenti – ha concluso Zanoni – Sarebbe sufficiente scrivere: “A far data dall’entrata in vigore della presente legge in tutto il territorio agro-silvo-pastorale della Regione del Veneto è vietata ogni tipo di edificazione”. Basterebbe un semplicissimo emendamento alla Legge Regionale del 23 aprile 2004, numero 11 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio” per porre fine per sempre al massacro di questo Veneto, ormai trasformato in una diffusa e continua colata di cemento».
BACKGROUND
Il 23 maggio 2013, il Presidente del Consiglio Regionale veneto, Clodovaldo Ruffato, ha presentato a Palazzo Ferro Fini gli allarmanti dati di uno studio statistico elaborato dal Centro Studi del Consiglio Regionale. Negli ultimi 40 anni, il Veneto ha perso il 18 per cento della superficie coltivata, un’ area che equivale all’intera provincia di Rovigo.
Urbanizzazione ed infrastrutture hanno sottratto 1800 chilometri quadrati alle imprese agricole. Il territorio bellunese è quello dove il consumo di suolo agricolo è stato maggiore, meno 36%, seguito dal vicentino (meno 34 per cento) e dal Trevigiano (meno 22 per cento).
Lo studio considera i dati dei censimenti Istat dal 1970 a oggi, comparando la superficie agricola aziendale e quella utilizzata ai fini agricoli con la superficie totale. Il Presidente Ruffato ha sottolineato che “il bilancio è drammaticamente in rosso in tutta Italia. Il Veneto non si discosta: le province di Padova e di Treviso, nel 2011, risultano tra le 10 più cementificate d’Italia, rispettivamente con il 23% e il 19% del proprio territorio occupato da superfici edificate (la media italiana è del 6,7%). Le campagne coltivate sono scese dal 54 per cento al 44 per cento dell’intero territorio veneto, sfondando la soglia critica individuata dagli urbanisti. Quando il terreno coltivato è meno del 50 per cento della superficie complessiva, nelle aree di pianura è già allarme potenziale per l’equilibrio idrogeologico”.
A maggio 2013, a Mestre (VE) si è assistito ad un botta e risposta tra il Presidente regionale di Coldiretti, Giorgio Piazza, e il Governatore Luca Zaia. Il Presidente Piazza aveva chiesto di fermare il consumo delle campagne venete e Zaia aveva ribadito una volta di più che il futuro del territorio sta nel saldo zero di cemento, nel recupero dei capannoni dismessi e nella valorizzazione dei volumi già esistenti.
Ecco l’elenco delle Grandi Opere venete finanziate attraverso il Project Financing, oggetto dell’iniziativa che ha avuto avvio il 16 agosto 2013 con il digiuno di Don Albino Bizzotto, fondatore dell’Associazione “Beati i Costruttori di Pace” e a cui ha aderito anche Andrea Zanoni il 25 e il 26 settembre 2013: Valdastico Sud, Valdastico Nord, Pedemontana, Romea Commerciale (E55), Nuova Valsugana, Veneta SPV, A4 VE-TS terza corsia, Passante Mestre (opere di completamento), Autostrada Medio Padana Veneta Nogara-Mare, Sistema Tangenziali Venete, A27 Nord Cadore, Padana Inferiore (SR 10), A4 Alvisopoli – Bibione, GRA Padova, Tangenziale NE Vicenza, Tangenziale Nord VR- Traforo Torricelle ( 1 miliardo), Strada Mediana Verona A4-A22, SS51 d’Alemagna-Cortina, Porto commerciale di Venezia, Raccordo A15-A22, Tangenziale di Treviso, A22 terza corsia, Motorcity di Verona, Venetocity (Dolo-Pianiga), Camionabile PD-Chioggia, TAV Venezia – Trieste, Passante Nord- Rovigo (Parco Langer), Treviso-Meolo -Mare (210 milioni), By Pass Favaro Veneto, By Pass Camplato (50 milioni), Quadrante di Tessera (VE), Piattaforma container (Mira), i grandi ospedali veneti in Project Financing, (Ospedale all’Angelo e centro protonico a Mestre, ospedale di Santorso – Alto Vicentino (VI), ristrutturazione dell’ ospedale di Treviso , nuova costruzione dell’ ospedale di Padova e la ristrutturazione dell’ ospedale “Della donna e del bambino” nella bassa padovana e di Borgo Roma a Verona.
Il 30 novembre 2013, l’europarlamentare Zanoni ha partecipato a Venezia alla manifestazione regionale in difesa della qualità della vita “No grandi opere – no consumo di suolo. Per la democrazia e i beni comuni, per il diritto di respirare, lavorare, vivere in Veneto”. (FOTO)
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