Casello A27 a Santa Lucia di Piave (TV), Zanoni: “Niente giochi di prestigio”

Dopo il sopralluogo di lunedì scorso, l’eurodeputato chiede alla Commissione europea di verificare la procedura di autorizzazione del casello e dello svincolo autostradale della A27 in progetto a Santa Lucia di Piave (TV).

Il sospetto è che si sia fatto di tutto per aggirare la procedura di VIA. In gioco ci sono tre direttive europee. Senza dimenticare che parliamo di un’opera inutile a ridosso di un’area naturalistica e agricola di pregio

 

Troppi escamotage per approvare la realizzazione del nuovo casello della A27 a Santa Lucia di Piave in provincia di Treviso. La normativa ambiente europea non va aggirata ma applicata alla lettera nell’interesse di tutti i cittadini veneti. Adesso vediamo cosa ne pensa la Commissione europea”. Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente al Parlamento europeo, presenta un’interrogazione per chiedere all’Ue di andare a fondo nell’approvazione del progetto di casello e svincolo autostradale e nella corretta applicazione delle direttive “VIA” 85/337/CEE (ora 2011/92/UE), “Habitat” 92/43/CEE e “VAS” 2001/42/CE.

 

Sotto accusa il nuovo svincolo e casello della A27 in progetto a Santa Lucia di Piave (TV), due progetti che, benché riguardino un unitario sistema infrastrutturale, sono stati concepiti come distinti grazie al gioco delle diverse competenze (statale per il casello, provinciale per la viabilità complementare) cosa che ha esonerato i due progetti dalla procedura di Valutazione Impatto Ambientale VIA. Andrea Zanoni ha incontrato proprio lunedì 12 febbraio scorso alcuni rappresentanti del Comitato per la Tutela del Paesaggio Veneto a Santa Lucia di Piave. (FOTO) (VIDEO)

 

Molto probabilmente si tratta di un trucchetto burocratico per evitare apposta la VIA visto che si temeva una bocciatura – spiega Zanoni – Dubbio confermato dal fatto che nel prosieguo dei due iter burocratici i progetti hanno incassato il parere paesaggistico negativo da parte della competente autorità in occasione delle due conferenze di servizi del 4 e 10 marzo 2011”.

 

In seguito a questa bocciatura e al conseguente mancato raggiungimento della necessaria intesa tra Amministrazioni, i due progetti sono stati riunificati e interessati da un apposito decreto del Presidente della Repubblica Italiana (30 luglio 2012, n. 65663).

 

Inoltre parliamo di un’opera assolutamente inutile visto che nell’arco di 30 km ci sono già 3 caselli, anzi 4 con quello previsto dalla Pedemontana Veneta, e che necessiterà anche la realizzazione di una complessa rete di viabilità esattamente a ridosso di un’area di alto pregio naturalistico e agricolo caratterizzata dalla produzione, tra le altre cose, di vini di alta qualità”, aggiunge l’eurodeputato. Nel particolare si tratta delle aree “Grave del Piave, Fiume Soligo, Fosso di Negrisia” (Sito di Interesse Comunitario SIC IT 3240030) e “Grave del Piave” (Zona a Protezione Speciale ZPS IT 3240023).

 

Oggi porto in Europa l’opposizione di centinaia di abitanti della zona perché non è ammissibile che una simile distesa di cemento sia approvata con trucchetti e giochi di prestigio – conclude Zanoni – Le normative ambientali europee vanno rispettate alla lettera nell’interesse del territorio e di chi ci vive”.

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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