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Bilancio – Zanoni (PD): “Il Collegato è devastante per l’ambiente: maggioranza arrogante che calpesta i diritti dei cittadini”

“Una maggioranza arrogante che vuole andare in deroga su tutto, calpestando i diritti di cittadini, associazioni di categoria e sindaci. Un modo di operare poco trasparente che porta inevitabilmente a inimicarsi i territori, gran parte dei quali governati da maggioranze dello stesso colore politico della Giunta”. Il Consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni critica duramente il Collegato al Bilancio, la cui discussione è iniziata oggi in aula.

 

“Da questa legge – continua il Consigliere – ci si aspetterebbe una serie di aggiustamenti. Invece, all’interno sono state inserite una serie di riforme che meriterebbero un iter a sé stante, coinvolgendo tutte le parti interessate. Ma ormai il processo di formazione delle leggi è saltato, la maggioranza vuole fare tutto in fretta, senza che nessuno ‘rompa le scatole’ e accontentando i soliti amici. Gli esempi sono purtroppo numerosi. Chiediamo ai cittadini se sono contenti dello smantellamento del Parco dei Colli Euganei. Il blitz in Terza commissione del Presidente Berlato, che ha proposto l’emendamento, votato con la complicità della maggioranza e al di fuori del Collegato che ci era stato inviato dalla Giunta, è l’esempio più lampante. Sono state calpestate le regole dello Statuto senza consultare né i cittadini né la Seconda commissione. I danni dei cinghiali vengono utilizzati strumentalmente per demolire il Parco e farci entrare le doppiette. Peccato però che la loro presenza sia dovuta alle immissioni per ripopolamento venatorio: dovrebbero essere i cacciatori a pagare i danni dei cinghiali”.

 

Zanoni si è poi soffermato sulle novità che il Collegato andrebbe a introdurre per quanto riguarda le attività estrattive. “C’è una sentenza del Tar che ci impone di fare il Piano cave entro aprile, ma la maggioranza preferisce cancellare la legge 44 del 1982 togliendo importanti paletti a tutela del territorio e favorendo una situazione di anarchia dovuta alla mancanza del Prac (Piano regionale attività di cava). Norme che eliminano il parere vincolante della Provincia sull’autorizzazione agli ampliamenti, elimina il limite massimo di suolo agricolo scavabile da ciascun Comune, fissato al 3% e quello di ampliamento delle cave attive che passa dal 30 al 50%. Inoltre saranno possibili ampliamenti in deroga alla fascia di rispetto di 200 m da case, zone industriali e commerciali. Si sono già mossi 17 sindaci che hanno scritto a Zaia, allarmati per un inevitabile assalto alla diligenza prima che venga approvato il Piano cave”.

 

Nel corso del suo intervento l’esponente del Partito Democratico ha poi espresso la propria preoccupazione per le novità riguardanti il turismo in aree protette: “Si dà il via libera alla costruzione di palafitte e case galleggianti lungo i fiumi in deroga alle norme urbanistiche, sottovalutando i rischi per la sicurezza. Anche questa era una materia da affrontare con calma, consultando i territori, non da inserire in modo surrettizio dentro il Collegato alla Legge di stabilità”.

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