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Basta richiami vivi e uccellagione: conferenza a Pedavena (BL)

A Pedavena, sabato 7 dicembre alle 17.30, presso il Centro Culturale Silvio Guarnieri, Via Ugo Foscolo n. 5  

 

“Basta richiami vivi e uccellagione. Una tortura legalizzata dalle Province e dalla Regione Veneto in barba alla Direttiva Uccelli 2009/147/ CE” è il titolo della conferenza in programma sabato 7 dicembre alle 17.30, presso la Sala Guarnieri in via Ugo Foscolo 5 a Pedavena (BL). La serata è organizzata dall’europarlamentare Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali e membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo.

 

Oltre a Zanoni, interverranno Carlotta Fassina, Delegata Regionale LIPU-Lega Italiana Protezione Uccelli del Veneto e Marco Scapin, referente dell’Osservatorio Cerutti su abusi caccia, pesca e ambiente. Introdurrà la serata Tamara Panciera.

 

«La Regione Veneto quest’anno ha autorizzato ben 37 tra roccoli e prodine, uno dei quali nel bellunese. Sono impianti muniti di reti da uccellagione per la cattura di Tordi, Merli, Cesene e Allodole che finiranno rinchiusi per sempre in minuscole gabbiette come richiami vivi utilizzati dai cacciatori negli appostamenti di caccia. Il 4 ottobre scorso ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea per fermare le deroghe illegittime ripetutamente concesse per la cattura di uccelli con le reti da uccellagione da utilizzarsi come richiami vivi nella caccia da capanno – ha affermato Zanoni – Nonostante i moniti dell’Ue e i continui pareri contrari dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) istituto tecnico scientifico dello Stato, la Provincia di Belluno e la Regione Veneto continuano ad autorizzare impianti di cattura muniti delle reti da uccellagione, mezzo di cattura non selettivo, vietato dall’articolo 8 della Direttiva 2009/147/CE. Ho chiesto, quindi, alla Commissione di aprire una procedura d’infrazione per questi amministratori che si credono al di sopra della legge nazionale ed europea e mi sono rivolto al Commissario Capocelli, sollecitando l’immediata chiusura dell’impianto che viola la Direttiva “Uccelli”».

 

L’ISPRA, il 24 maggio 2013, ha dato parere sfavorevole alla riapertura degli impianti per la stagione 2013/2014, sottolineando la necessità di attuare metodi alternativi quali l’allevamento degli uccelli in cattività e condannando la totale assenza di dati certi sul fabbisogno di richiami vivi per i cacciatori.

 

«Con l’uso dei richiami vivi si legittima il reato di maltrattamento di animali perché li si costringe a vivere nella sporcizia e in uno spazio dove non riescono nemmeno ad aprire le ali, reato confermato il 17 gennaio 2013 anche dalla Corte di Cassazione con la sentenza numero 2341 – ha concluso Zanoni.

 

Durante la serata verranno proiettati filmati inediti sui richiami vivi catturati da impianti locali. Sarà inoltre possibile sottoscrivere la petizione della Lipu “No ai richiami vivi”. Al termine della conferenza seguirà un dibattito con il pubblico.

 

BACKGROUND

 

La Provincia di Belluno ha attivato un impianto di cattura, un famigerato roccolo,  grazie alla determinazione n. 1679 del 26 settembre 2013 che prevede la cattura di un totale di 307 uccelli delle specie di: Merlo, Tordo bottaccio, Tordo sassello e Cesena.

 

La Provincia ha reso operativa la Delibera della Giunta Regionale n. 1099 del 28 giugno 2013, che consentiva l’uccellagione oltre alla Provincia di Belluno, l’uccellagione anche a quelle di Vicenza, Verona, Padova, Venezia, Treviso e Rovigo. Nella provincia di Belluno, l’impianto di cattura è in funzione nel Comune di Mel.

 

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