Secondo un recente libro-intervista scritto da esperti scientifici del settore, ogni anno in Italia muoiono seimila persone a causa dello smog, tremila per il gas radon e altrettanti a causa dell’amianto che ancora tappezza migliaia di edifici. Il libro ha un titolo emblematico: “Aria da morire” ed è stato scritto da medici internisti, dal direttore scientifico dell’Irccs Policlinico di Milano e da esponenti di Gruppo 2003, movimento di scienziati per la rinascita della ricerca in Italia. Le cifre fanno paura, ma per un Paese con ben 26 procedure d’infrazione europee in Europa niente di nuovo all’orizzonte.
L’ematologo Pier Mannuccio Mannucci, una delle firme del libro, ci ricorda che l’Organizzazione mondiale della sanità ha calcolato che le morti per inquinamento sono 1 milione e 340 mila all’anno. Di questi decessi, 150 mila l’anno si verificano in Europa, 12 mila in Italia e 350 in Lombardia, di cui 200 soltanto a Milano. Non meglio va il mio Veneto, dove i cittadini sono costretti a respirare quotidianamente aria avvelenata. Nel 2011 nella Pianura Padana, in città come Milano, Brescia, Verona, Padova Treviso e Ferrara, l’inquinamento è stato così consistente da produrre in gennaio il fenomeno della “neve chimica”, una pioggia di ghiaccio causata dalla condensazione del vapore acqueo sul particolato presente nell’aria.
Poco prima di Natale, la Corte di Giustizia Ue ha condannato l’Italia per aver superato i limiti di Pm10, stabiliti dalla Direttiva 96/62/CE, non rispettati nel 2006 e 2007. Sotto accusa l’aria in ben 55 zone e agglomerati urbani. Come risultato non soltanto respiriamo veleno ma rischiamo di pagare anche una salata multa per colpa della non azione delle autorità nazionali e locali che continuano a prendere sotto gamba il problema aria. E dire che lo stesso Codacons aveva denunciato nei mesi precedenti con l’azione collettiva “Italia Sotto Smog” che la situazione di molte città italiane è lungi dal migliorare, come testimoniano i dati del 2010 e 2011.
Rattrista il fatto che, come evidenziano anche gli autori del libro “Aria da morire”, l’inquinamento atmosferico sia diventato ormai solo un titolo da giornale, senza che ai ripetuti allarmi della comunità scientifica, delle associazioni e dell’Europa, seguano concrete e responsabili azioni politiche specie in quelle regioni maggiormente inquinate. In Veneto, infatti, i nostri amministratori continuano ad andare avanti con progetti di autostrade, inceneritori e trafori, completamente sordi alle richieste dei loro concittadini di non voler morire di inquinamento.
Come sottolineano gli autori del libro, ognuno di noi può fare qualcosa per salvarsi un po’, ad esempio usare il meno possibile soprattutto in città, regolare l’utilizzo del riscaldamento domestico e mangiare cibi ricchi di antiossidanti come pomodori, melograno, barbabietole, arance rosse, carote, mandarini e limoni e verdure a foglia. Ma il cittadino non può farcela da solo. Le decisioni grosse, quelle che contano, come costruire o meno una superstrada o incentivare il trasporto pubblico, sono scelte che devono essere prese dagli amministratori pubblici. A loro, eletti come rappresentanti degli interessi del popolo, spetta l’onore e l’onore di proteggere l’aria che i cittadini respirano. Visto dall’Europa, quello che stanno facendo finora appare assolutamente insufficiente.
Andrea Zanoni