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Pigozzo e Zanoni (PD): “Adeguamento ordinamentale, dalla maggioranza proposte contraddittorie. E, ancora una volta, troppe deroghe”

Venezia, 16 luglio 2019

“Va bene adeguare e semplificare il quadro normativo se ci sono delle esigenze effettive,  ma alcuni articoli non sono coerenti con le finalità generali del Pdl e sono previste troppe deroghe. Per questo abbiamo presentato una nutrita manovra emendativa”. Ad affermarlo il consigliere del Partito Democratico Bruno Pigozzo relatore di minoranza del Pdl 376 e il collega Andrea Zanoni, intervenuto in aula durante la discussione generale. 

 

“Per esempio, la comprensibile esigenza di snellire le procedure di una variante urbanistica oppure di un piano urbanistico che necessita di modesti aggiustamenti non può prescindere dalla necessaria evidenza pubblica nell’iter procedurale. Va dunque garantito un tempo congruo di pubblicazione e presentazione di osservazioni, a tutela della trasparenza e del pubblico interesse – spiega Pigozzo – O ancora, l’adeguamento di Pat e Pati alle previsioni della pianificazione paesaggistica regionale, se c’è un parere vincolante del Mibac ed è negativo, come può essere approvato comunque? Altro punto riguarda gli interventi su immobili che fanno parte della ‘memoria e dell’identità storico-culturale del territorio’: al di là dell’impatto estetico, bisogna verificare che il cambio di uso sia coerente con il contesto urbanistico e paesaggistico. Inoltre – sottolinea continuando nell’illustrazione delle criticità – qualora venga approvato l’elenco annuale delle opere pubbliche, chiediamo che venga inviato anche alla commissione consiliare competente in modo da poter svolgere attività di monitoraggio”.

 

“Ancora una volta sono state allargate le maglie, con troppe deroghe e sconti sulle sanzioni su norme urbanistiche, che riguardano l’ambiente, il trasporto dei natanti e il territorio. Troviamo per esempio irrazionale che si possa sostituire i componenti del Comitato tecnico Via con il legale rappresentante delle società partecipate o controllate dalla Regione – rincara Zanoni – Ci si preoccupa troppo poco delle reali competenze, qua servono professionalità specifiche. Siamo contrari anche a mettere in capo ai Comuni i controlli sulle attività estrattive di cava. Le Province avevano un ruolo importante ed efficace perché dotate di strutture ad hoc per le attività ispettive, cosa impossibile per piccoli Comuni con risorse finanziarie e personale inadeguati a un compito così importante. Lo svolga la Regione, altrimenti si dica che non vogliamo che ci siano controlli efficaci. Infine – aggiunge in chiusura – trovo gravissimo accorciare i tempi concessi al pubblico per informarsi ed effettuare osservazioni sui progetti relativi, ancora, alle cave”.

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