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Cava Morganella, la Provincia ancora non sa cosa sono i materiali sepolti sotto la falda acquifera

Andrea Zanoni, europarlamentare IdV, è stupito ed indignato della risposta del presidente Muraro all’interrogazione del capogruppo di IdV Gianluca Maschera

Cava Morganella: ancora non identificata la natura dei materiali depositati sotto la falda acquifera. La presenza di questo materiale era stata rilevata dalla stessa Provincia di Treviso che, tuttavia, dopo due anni non ha ancora effettuato le indagini promesse. Il presidente della Provincia Muraro rispondendo all’interrogazione del 15 maggio di Gianluca Maschera, capogruppo in Provincia di Italia dei Valori, in data 24 maggio, ha ammesso che “in riferimento alle richieste poste con l’interrogazione in oggetto questa Amministrazione non è a oggi materialmente in possesso dei dati relativi alla cava Morganella”.

 

 “Sono stupito e allo stesso tempo indignato rispetto all’inerzia della Provincia che rispondendo all’interrogazione di Maschera ammette di non aver fatto alcunché per determinare la reale natura dei rifiuti depositati nel fondo della cava” ha detto Andrea Zanoni, europarlamentare IdV e presidente di Paeseambiente. L’on. Zanoni da anni si sta occupando della Morganella, sita tra i comuni di Ponzano Veneto e Paese (TV). Qualche settimana fa ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere alla Commissione europea di fermare il progetto di ulteriore escavazione in questa cava, presentato da tre imprese venete: il rischio concreto è l’inquinamento della falda acquifera.

 

“Come al solito se i cavatori l’avranno vinta ancora una volta si riempiranno il portafoglio, mentre i cittadini saranno loro malgrado condannati a subire i danni ambientali con le inevitabili conseguenze per la loro salute”. L’on. Zanoni punta il dito contro chi stende il tappeto rosso ai cavatori e avvalla una simile convenzione, ovvero il Consiglio comunale di Ponzano Veneto. Nell’interrogazione alla Commissione Europea, Zanoni ha anche chiesto di verificare se il progetto metta a rischio la tutela delle acque superficiali e sotterranee della zona destinate al consumo umano violando in questo modo la Direttiva 2000/60/CE.

 

“Se queste risposte la Provincia non è in grado o non vuole darle, farò di tutto affinchè si faccia chiarezza sulla natura dei materiali depositati sul fondo della cava sottofalda visto che già nel 2004 l’Arpav aveva rilevato la presenza di cromo, arsenico e piombo in alcuni rifiuti della confinante “Discarica 2A” della Ditta Biasuzzi Cave S.p.A.

 

Come se non bastasse, la Provincia di Treviso che ancora nel 1999 denunciava una frana della stessa discarica verso il lago della cava, inspiegabilmente il 27 dicembre 2011, con un apposito decreto, prorogava per l’ennesima volta e fino al 30 giugno 2012 il termine per la messa in sicurezza definitiva della discarica” conclude l’esponente di Italia dei Valori. Gianluca Maschera, Capogruppo di Italia dei Valori in Consiglio provinciale, nonché segretario di Italia dei Valori di Treviso, ha aggiunto: “Sicuramente non mi fermo qui e continuerò la mia attività per fare chiarezza sulla natura dei materiali depositati in fondo a questa cava. I cittadini hanno diritto di sapere la natura di questi materiali che sono sepolti nella falda acquifera che più a sud alimenta i pozzi di centinaia di utenti del Comune di Treviso, già molto preoccupati per l’inquinamento da mercurio, la cui fonte non è stata ancora identificata”.

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