Evasione fiscale, maggior coordinamento tra Paesi UE

Il Parlamento europeo appoggia la proposta della Commissione su un maggiore integrazione tra i Paesi Ue per combattere l’evasione fiscale. L’evasione vale 1000 miliardi di euro l’anno in Europa e 130 solo in Italia. Eurodeputato Andrea Zanoni: “Fondamentale combattere questo fenomeno a livello europeo visti i flussi di capitali che vengono portati all’estero per evadere il fisco nazionale”

 

Il Parlamento europeo oggi ha approvato una risoluzione legislativa che vuole aggiungere nuovi tipi di reddito ai dati fiscali condivisi fra i Paesi membri per una più efficace lotta all’evasione. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha così commentato: “Un maggiore integrazione a livello europeo sulla lotta all’evasione fiscale è indispensabile visto che molto spesso certi capitali vengono portati all’estero per evadere il fisco nazionale. Solo in Italia le tasse evase ammontano a circa 130 miliardi di euro, come stimato dalla Corte dei Conti”.

 

La risoluzione di George Sabin Cutaş (rumeno, S&D) approvata oggi a Strasburgo appoggia la proposta della Commissione europea del 12 giugno 2013 che prevede di ampliare lo scambio automatico di informazioni (“SAI”) tra le amministrazioni fiscali dell’UE. In base a tale proposta, dividendi, plusvalenze, altri redditi finanziari e saldi dei conti saranno aggiunti all’elenco.

 

Gli Stati membri si scambieranno tante informazioni quante si sono impegnati a condividerne con gli Stati Uniti in base alla legge statunitense sugli adempimenti fiscali dei conti esteri (US Foreign Account Tax Compliance Act – FATCA)”, spiega Zanoni. “In tempi di crisi, in cui i cittadini europei devono spesso affrontare aumenti dell’imposizione fiscale, è fortemente necessario affrontare la questione della frode fiscale e dell’evasione fiscale che causano perdite stimate in mille miliardi di euro all’anno, il che si traduce in un costo di circa 1.000 euro all’anno per ogni cittadino europeo”.

 

“L’UE deve essere in prima linea nella definizione di norme mondiali per lo scambio automatico di informazioni e, istituendo un sistema europeo per lo scambio automatico di informazioni, la Commissione può svolgere un ruolo di primo piano nel suo lavoro con l’OCSE per la definizione di norme globali”, aggiunge l’eurodeputato.

 

Per rendere questa nuova norma più efficace, ritengo che gli Stati membri debbano essere tenuti a utilizzare sanzioni per ottenere le informazioni necessarie al funzionamento dello scambio automatico di informazioni onde evitare che alcune entità non rispettino le norme concordate”, conclude l’eurodeputato.

 

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