Le indagini immediate hanno permesso di rintracciare ad Alessandria i piccoli di Aquila dei Bonelli rubati dal nido nell’agrigentino all’inizio di maggio. L’europarlamentare Andrea Zanoni ha affermato: «Un bellissimo risultato di cui mi complimento con la Sezione investigativa CITES del Corpo Forestale dello Stato. Ora la giustizia non deve fare sconti di pena».
L’intervento immediato della Sezione Investigativa CITES del Corpo Forestale dello Stato ha portato, a poco più di un mese dal furto avvenuto in un nido di Aquila del Bonelli dell’agrigentino, al recupero degli stessi pulcini in un casolare abbandonato tra le risaie di Alessandria. Nel condurre le indagini, gli Agenti si sono avvalsi di fonti confidenziali e del supporto informatico e specialistico dei volontari della LIPU e del Coordinamento Tutela Rapaci Sicilia.
Uno dei due animali era purtroppo già stato gettato, ormai morto, in un terreno tra le risaie. Il quadro allarmante si ricollega ad altra indagine della Sezione Investigativa CITES, che aveva scoperto nell’ottobre 2010 un considerevole giro di rapaci rubati dai nidi siciliani, riciclati all’estero e destinati ad alcuni centri del nord Italia.
Le indagini che hanno ora portato al clamoroso risvolto sono state coordinate dalla Dottoressa Brunella Sardoni, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Agrigento. Gli animali vengono venduti nei paesi arabi e a falconieri italiani. Secondo i primi accertamenti, i certificati CITES falsi trovati nel laboratorio clandestino alessandrino dove sono stati sequestrati l’Aquila del Bonelli e sei Falchi pellegrini anch’essi di provenienza illecita sembrano provenire dall’Olanda.
Durante la perquisizione nel cascinale, la Sezione Investigativa CITES diretta dal Responsabile Operativo Marco Fiori, ha rinvenuto l’attrezzatura per la riproduzione di anelli di marcaggio, certificati CITES olandesi falsi, corde e chiodi d’arrampicata, strumenti per il bracconaggio, oltre a numerosi animali morti conservati in congelatore. Il presunto responsabile dell’illecito è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per violazioni alla normativa CITES e di quella sulla caccia, nonché per il reato di maltrattamento animali.
Le indagini sono tutt’ora in corso e si sono servite delle perquisizioni avvenute a Piazza Armerina (EN), Licodia Eubea (CT) e Catania. Sembrerebbe che l’autore del furto si sia recato nel pomeriggio dell’8 maggio scorso a depredare il nido della rara Aquila. Poi, in treno, avrebbe raggiunto il nord con le due Aquile.
Secondo le prime rilevanze investigative sembrerebbe che tutti gli animali ritrovati dovevano servire a rifornire il mercato clandestino, dove un esemplare di Aquila del Bonelli accompagnato da documenti falsi o riciclati può valere fino a 15 mila euro.
La cattura dei due pulcini, ancora non abili al volo, ha comportato, secondo il Corpo Forestale dello Stato, un danno gravissimo alla conservazione di questa varietà di rapace, tutelata dalla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna minacciate di estinzione.
L’europarlamentare Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «Complimenti agli inquirenti che sono riusciti ad individuare il responsabile di un atto gravissimo. Mi complimento anche con il Coordinamento Tutela Rapaci che sta svolgendo un ottimo lavoro in Sicilia contro una piaga devastante come il bracconaggio. Non si può abbassare la guardia: il controllo ed il contrasto a questa pratica venatoria infame devono essere fatti a tappeto. Episodi come quello avvenuto l’8 maggio scorso, quando due rarissime Aquile del Bonelli sono state rubate dal nido in provincia di Agrigento non devono più accadere. Il furto di pulcini di rapaci è collegato con il commercio destinato ad alimentare il mondo della falconeria, una pratica venatoria che si basa sull’uso di falchi o altri uccelli rapaci per catturare prede, compresi altri uccelli. Ora mi aspetto il massimo della pena prevista per l’autore di questi crimini».
BACKGROUND
In Italia solo una ventina di coppie di Aquile del Bonelli sopravvivono in natura, nidificando in Sicilia, dove sono costantemente minacciate da atti di bracconaggio.
Dal 2010 ad oggi sono stati sequestrati oltre 60 rapaci protetti, tra cui Aquile del Bonelli, Capovaccai, Falchi lanari e pellegrini. Gli animali recuperati vengono liberati con la tecnica dell’hacking, ovvero rimettendo gli animali vicino al nido di provenienza, o introdotti in un progetto di conservazione della specie.
Il Coordinamento Tutela Rapaci (composto dai volontari di LIPU, WWF, EBN Italia, MAN, Fondo Siciliano per la Natura, CABS, FIR Belgio) dal 2012, nell’ambito delle attività di contrasto alla predazione di pulcini di Aquila di Bonelli e Lanario, è riuscito ad allestire 4 campi di sorveglianza e a monitorare e controllare tutti gli altri siti noti in Sicilia di Aquila di Bonelli.
L’8 novembre 2012, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per denunciare i gravi e ripetuti casi di bracconaggio in tutta Italia a specie di uccelli e mammiferi rari e in via d’estinzione. Il 9 gennaio 2013 il Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik ha fatto sapere che “la Commissione sta elaborando un elenco di azioni, nell’ambito della direttiva 2009/147/CE sugli uccelli selvatici, per affrontare l’abbattimento illegale di volatili nell’Ue, compreso in Italia”. Il Commissario ha spiegato che “l’elenco delle possibili azioni comprende aspetti quali il controllo delle attività illegali, lo scambio di informazioni, la sensibilizzazione, la prevenzione, il miglioramento del coordinamento e dell’attività di controllo del rispetto della normativa”.
Il 14 maggio scorso, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea denunciando il furto degli aquilotti ad Agrigento. L’eurodeputato ha sollecitato l’intervento dell’Ue affinché spinga le autorità siciliane e il Corpo Forestale dello Stato a contrastare simili casi di bracconaggio e ha chiesto quali azioni siano state finora adottate per la tutela di questa pregiata specie nell’ambito del piano di azione rivolto alle specie di uccelli prioritarie. A breve dovrebbe arrivare la risposta dall’Europa.
Venerdì 31 maggio, Zanoni si è recato a Palermo per partecipare alla conferenza “Le attività di conservazione e tutela delle specie di rapaci più a rischio in Sicilia” nell’Aula Consiliare del Palazzo delle Aquile del Comune. All’incontro erano presenti Giovanni La Grua del Coordinamento Tutela Rapaci – Sicilia, l’ornitologo EBN Italia – Nodo Sicilia Andrea Ciaccio e l’ornitologo Massimiliano Di Vittorio. (FOTO)(VIDEO)
Al termine della conferenza, insieme ai volontari del Coordinamento tutela Rapaci, composto dai volontari di LIPU, WWF, EBN Italia, WWF, MAN, Fondo Siciliano per la Natura, FIR Belgio, ha effettuato un sopralluogo su un sito di nidificazione dell’Aquila del Bonelli. (VIDEO)
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