Il Consiglio dei Ministri ricorre alla Corte Costituzionale contro la Legge ligure sulla caccia. La richiesta era partita da LAC e WWF regionali. L’Eurodeputato IdV Andrea Zanoni aveva scritto al Presidente Mario Monti richiedendo l’impugnazione: «Il Consiglio Regionale ligure ha tentato di fare l’ennesimo regalo ai cacciatori»
Il 6 agosto il Consiglio Regionale ligure ha approvato le modifiche alla Legge Regionale sulla caccia 29/1994. La normativa era stata approvata con i voti favorevoli di Lega Nord, Pd e Pdl e nonostante i voti contrari dell’IdV, di quasi la totalità della Federazione della sinistra e di alcuni esponenti di liste civiche. Il 14 agosto le sezioni locali di LAC e WWF hanno chiesto al Consiglio dei Ministri di impugnare le disposizioni liguri davanti alla Corte Costituzionale.
In particolare, le due associazioni di protezione ambientale hanno denunciato l’illegittimità delle Legge ligure nella parte in cui prevede che le tre giornate settimanali di caccia a disposizione del cacciatore siano perpetuamente a scelta. Al contrario, la Legge nazionale sulla caccia 157/92 precisa che solo di anno in anno, esclusivamente con delibera amministrativa e in via eccezionale, si possa stabilire se le tre giornate a settimana siano a scelta del cacciatore oppure fisse.
Il 16 agosto Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli Animali al Parlamento Europeo, ha scritto al Presidente del Consiglio Mario Monti per sostenere l’impugnativa delle associazioni, chiedendo di persona al Governo di ricorrere alla Corte Costituzionale: «È la stessa Corte che con sentenza n.105 del 2012 ha stabilito l’illegittimità sia dell’approvazione del calendario venatorio approvato con legge anziché con atto amministrativo, sia la durata pluriennale – ha spiegato Zanoni -. Il Consiglio Regionale ligure ha tentato di fare l’ennesimo regalo ai cacciatori: lasciando le giornate alla loro libera scelta possono scegliere i giorni con situazioni climatiche e meteo più favorevoli e quindi con maggior transito migratorio».
Con la sentenza n.105 del 26 aprile 2012, la Corte Costituzionale aveva già fatto presente alla Regione Liguria l’obbligo di approvare il calendario solo con delibera annuale e non con una legge regionale con valenza pluriennale. Inoltre, il pronunciamento della Corte Costituzionale n. 20 del 25 gennaio 2012 aveva sentenziato che “è pacifico che la selezione sia delle specie cacciabili sia dei periodi aperti all’attività venatoria implichi l’incisione di profili propri della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema che fanno capo alla competenza esclusiva dello Stato: il legislatore nazionale ha perciò titolo per imporre alle Regioni di provvedere nella forma dell’atto amministrativo anziché in quella della legge”.
«È la seconda volta in pochi mesi che la Corte deve intervenire su scelte illegittime della Regione Liguria in tema di caccia – ha concluso Zanoni – In aprile aveva già fermato il tentativo di “proteggere” le regole di ogni stagione venatoria da ricorsi al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) in caso di mancata acquisizione dei pareri scientifici obbligatori, come quelli che devono essere espressi dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione Ricerca Ambientale) prima dell’approvazione dei calendari venatori. Anche in quel caso la Regione è stata bloccata».
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