Potočnik risponde a Zanoni (IdV): la Commissione europea sta valutando la mancata attuazione dei piani di gestione di 19 specie di uccelli a rischio da parte dell’Italia. “Si avvicina l’ennesima procedura d’infrazione ambientale dell’Italia. Pronte a scattare le sanzioni”
“La Commissione non esiterà ad adottare adeguate misure, inclusi, se necessario, procedimenti di infrazione al fine di garantire la conformità alla direttiva Uccelli 2009/147/CE” sulla mancata attuazione di specifici piani di gestione relativi a 19 specie di uccelli in sfavorevole stato di conservazione e oggetto di caccia in Italia. E’ la risposta del commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione di Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e vice presidente dell’intergruppo Benessere degli animali al Parlamento europeo. “Si avvicina l’ennesima procedura d’infrazione ambientale ai danni dell’Italia”.
L’Italia viola la normativa comunitaria in quanto ad oggi restano cacciabili 19 specie di uccelli che si trovano in uno stato di conservazione sfavorevole, così come risulta dalla classificazione prevista dal Sistema SPEC (Specie europee di interesse conservazionistico) che determina lo stato di conservazione degli uccelli europei in base alla classificazione elaborata da BirdLife International e fatta propria dagli organismi comunitari. Parliamo di Allodola, Moriglione, Pernice rossa, Coturnice, Pavoncella, Combattente, Canapiglia, Codone, Marzaiola, Mestolone, Moretta, Fagiano di monte, Pernice sarda, Starna, Quaglia, Frullino, Beccacia, Beccaccino, Tortora. “I piani di gestione previsti dalla legge consentirebbero di ridurre la carneficina giornaliera e stagionale, di ridurre le aree di caccia a queste specie, diminuire il numero di cacciatori autorizzati e, in qualche caso, di togliere direttamente alcune specie dall’elenco delle cacciabili”, attacca Zanoni.
“La Commissione ha preso atto di questa grave situazione ed è pronta ad agire con la messa in mora dell’Italia che si ostina a non adottare questi piani specifici di gestione come previsto dalla direttiva comunitaria – prosegue l’Eurodeputato – Si tratta di una situazione gravissima per la quale le autorità italiane sono doppiamente colpevoli visto che non si sono nemmeno degnate di rispondere ai solleciti delle associazioni (Amici della Terra, Animalisti Italiani, ENPA, Fare Verde, LAC, LAV, Legambiente, LIPU, VAS, WWF Italia) e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA che il 19 marzo 2012 ha dato disponibilità alla redazione dei piani di gestione qualora vengano richiesti dalle pubbliche amministrazioni”.
“La situazione dell’illegalità venatoria italiana si aggrava. Le sanzioni sono sempre più vicine” conclude l’Eurodeputato.
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