LOLLOBRIGIDA, LA CACCIA SENZA REGOLE E L’IMPORTANZA DEL PROSSIMO PARLAMENTO EUROPEO

Ho condiviso questo post di Danilo Selvaggi perché fa una sintesi lucida di ciò che si prospetta con il Governo Meloni in tema di tutela della biodiversità in Italia.
Il post discute le azioni del Ministro Lollobrigida riguardo al ritiro di un disegno di legge sulla caccia presentato dal senatore Amidei, con il sostegno di Sergio Berlato.
Selvaggi, approva il ritiro della legge per diverse ragioni:
Violazioni della Direttiva Uccelli: Il disegno di legge proposto conteneva numerosi elementi in contrasto con la direttiva europea sulla protezione degli uccelli selvatici, come la riduzione delle aree protette ma non solo.
Provocazioni Sociali e Ambientali: Includere nel disegno di legge la possibilità di cacciare già a 16 anni è visto come problematico, così come altre proposte controverse in termini ambientali.
Storia delle Proposte di Berlato: Berlato ha regolarmente presentato proposte di riforma della legge sulla caccia che fortunatamente sono state sistematicamente scartate nelle ultime due decadi.
Tuttavia, Selvaggi avverte che il pericolo non è ancora scongiurato e sottolinea l’importanza del prossimo schema di legge delega sulla riforma ambientale dove potrebbero infilarci altre norme contro la fauna selvatica.
Secondo Selvaggi, eventuali modifiche alla legge sulla caccia dovrebbero invece essere volte alla protezione, suggerendo ridurre la stagione venatoria per certe specie, eliminare alcune specie dalla lista delle cacciabili, e implementare misure contro il bracconaggio e la caccia illegale.
Selvaggi conclude affermando che le uniche alternative per la destra di liberalizzare la caccia in Italia sarebbero cambiare la Direttiva Uccelli, sperare nel collasso dell’Europa e sfidarla apertamente.
Questo significa che l’appuntamento elettorale del prossimo 9 giugno, quando verrà rinnovato il Parlamento Europeo, sarà piu’ importante che mai; questi vogliono mettere mano non solo alla Direttiva Uccelli ma anche alle Direttive Habitat, Nitrati, sulla qualità dell’aria, sui rifiuti, sulla qualità delle acque, il tutto per abbassare i livelli di tutela ambientale e sanitaria e consentire ulteriori saccheggi al nostro già martoriato ambiente.
Il ministro Lollobrigida ha fatto ritirare il disegno di legge sulla caccia presentato dal senatore Amidei per conto di Sergio Berlato.
La ragione è semplice: quel disegno di legge rappresentava un boomerang, pieno com’era di violazioni della direttiva Uccelli, provocazioni sociali (caccia a 16 anni), provocazioni ambientali (riduzione delle aree protette) eccetera.
Da vent’anni, in ogni legislatura, l’onorevole Berlato presenta la sua proposta di riforma della materia venatoria, della serie “andare a caccia senza se e senza ma”, e da vent’anni ogni sua proposta fa la stessa fine: il cestino della spazzatura.
Attenzione: questo non significa che il pericolo sia passato. Tutt’altro. Il primo banco di prova sarà lo schema di legge delega che verrà elaborato dalla Commissione per la riforma della materia ambientale istituita presso il ministero dell’Ambiente. Conterrà anche la riforma della legge per la tutela della fauna e la disciplina della caccia? Lo capiremo entro il 31 gennaio, quando lo schema dovrebbe essere presentato.
Tuttavia, se ci sono modifiche da fare alla legge sulla caccia, queste vanno fatte in senso protettivo. Ridurre la stagione venatoria per gruppi di specie (turdidi e acquatici), eliminare numerose specie dalla lista delle cacciabili (almeno 10), produrre una chiara conoscenza dell’impatto dell’attività venatoria sulla biodiversità, intervenire drasticamente contro gli abbattimenti e le catture illegali e il bracconaggio in generale.
In assenza di queste (e altre) modifiche, o comunque di correttivi importanti, l’Italia andrà in procedura di infrazione.
Diciamoci la verità: l’unica chance per la caccia italiana è cambiare la direttiva Uccelli e i suoi annessi, o sperare che l’Europa imploda, o sfidare l’Europa apertamente. Oppure adeguarsi alle regole e al principio generale che la conservazione della natura vale molto di più. Sarebbe intelligente e però, purtroppo, è una pia illusione.
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Foto: dal web (Ansa/Alessandro Di Marco)
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