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Zanoni:«Il Parco del Sile è salvo, il Sindaco di Morgano battuto al TAR»

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Veneto ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Morgano (TV), che chiedeva l’annullamento della delibera del Consiglio regionale che aveva bocciato la variante del Piano Ambientale del Parco del Sile. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Il TAR ha dato una lezione non solo al Sindaco e alla Giunta di Morgano ma a tutti gli amici dei palazzinari che governano i Comuni italiani. Valuterò con i miei legali se presentare un esposto alla Corte dei Conti affinché siano il Sindaco e la Giunta a pagare le spese e non i cittadini che da subito erano contrari alla cementificazione»

 

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Veneto ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Morgano (TV) guidato dal Sindaco Elena Basso, che chiedeva l’annullamento della delibera del Consiglio regionale che aveva bocciato la variante del Piano Ambientale del Parco del Sile. Il provvedimento avrebbe consentito la costruzione di condomini in un’area di 80 mila metri quadrati.

 

Secondo i giudici, la procedura adottata dalla Regione è stata legittima. La Giunta regionale e la Commissione Ambiente avevano già approvato la proposta di variante, nel 2009 e nel 2010, con tutti i pareri favorevoli. Poi però il Consiglio regionale, in seguito a una grande mobilitazione delle associazioni Paeseambiente e Italia Nostra e di molti cittadini, aveva bloccato il provvedimento urbanistico e tutte le palazzine nella zona tra la chiesa e via San Martino. Una scelta che, secondo il Comune di Morgano, non è stata adeguatamente motivata.

 

I giudici del TAR hanno sentenziato che “le scelte generali di pianificazione urbanistica, anche in variante, sono connotate da un alto tasso di discrezionalità in capo all’amministrazione e, pertanto, non necessitano di una particolare motivazione se non nei casi in cui sia configurabile in capo ai privati una situazione di affidamento qualificato, ovvero convenzioni di lottizzazione o altri accordi con l’ente locale”. I giudici hanno aggiunto che “nel caso di specie non vi sono interessi privati pregiudicati dalla “mancata” classificazione ad area residenziale richiesta dal Comune di Morgano”.

 

È stato anche ribadito il potere del Consiglio regionale di decidere in autonomia rispetto a quanto stabilito dalle Commissioni e dalla Giunta, «l’amministrazione ha successivamente posto in essere una nuova valutazione, in cui il Consiglio regionale non si era definitivamente pronunciato e la manifestazione di volontà non si era ancora definitivamente formata”. Il Comune è stato condannato al pagamento delle spese legali per 2.500 euro.

 

La sentenza è stata salutata da Italia Nostra, Paeseambiente, Cia, Coldiretti, Confagricoltura e dalla famiglia Favaro, agricoltori e vivaisti da generazioni i cui terreni sarebbero stati cancellati per lasciare spazio alle palazzine come simbolo della tutela del territorio e dell’agricoltura.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Il Comune di Morgano, guidato in questi anni da Sindaci con la passione per le palazzine e il cemento, con la complicità dell’ente del Parco del Sile, volevano rendere edificabile un bellissimo appezzamento di terreno del Parco ricco d’acqua e di animali selvatici di ogni specie. Il TAR ha ora cassato la volontà di Comune e  palazzinari. I 2.500 euro di spese di condanna e i soldi spesi per il ricorso li dovrebbe pagare il Sindaco di tasca propria: valuterò con i miei legali di fare un esposto alla Corte dei Conti affinché sia il primo cittadino di Morgano, sia la sua Giunta debbano pagare e non i cittadini che per la stragrande maggioranza sono sempre stati contrari alla cementificazione del Parco Naturale del Fiume Sile».

 

Zanoni ha ricordato che a maggio scorso il Parlamento europeo ha approvato la relazione Gerbrandy, con la quale ha dato chiare indicazioni alla Commissione europea per arrivare gradualmente entro il 2050 allo stop definitivo dell’edificazione e dell’asfaltatura di territorio agricolo e naturale. «Il Parco del Sile è salvo e questa sentenza è importantissima perché rappresenta una lezione non solo per il Sindaco e la Giunta di Morgano ma per tutti gli amici dei palazzinari che governano i Comuni italiani. Si voleva cementificare un’area in gran parte coltivata a radicchio rosso di Treviso, con un boschetto di piante secolari e confinante con un corso d’acqua naturale, il Rio, abitato da Gallinelle d’acqua dolce, Ballerine bianche e Martin pescatori. Lo stupro ambientale sarebbe avvenuto a due passi da un paradiso classificato Zona a Protezione Speciale (ZPS) e Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) e, quindi, tutelato dalle Direttive Habitat 92/43/CEE e Uccelli 2009/147/CE».

 

BACKGROUND

 

A metà novembre 2012, il Consiglio regionale veneto ha bocciato la variante urbanistica che avrebbe trasformato 95 mila metri quadrati di terreno agricolo in area residenziale. Lo stop allo scempio ambientale che avrebbe portato alla costruzione di 90 mila metri cubi di palazzine è arrivato con 44 voti contrari e 4 astenuti.

 

La vicenda aveva avuto inizio nel 2005 quando, nel Comune di Morgano (TV), erano state previste quattro zone per quattrocento nuovi residenti. Nel 2008, però, era arrivato il primo “stop” della Regione. Il progetto, che avrebbe trasformato 80 mila metri quadrati di terreno agricolo di Parco in area residenziale, era stato riproposto nel 2010 sottoforma di variante al Piano ambientale del Parco naturale regionale del fiume Sile, con tanto di OK dell’Ente Parco.

 

Il 26 ottobre 2010, la seconda Commissione del Consiglio Regionale aveva approvato la variante con lo scopo di far costruire 90 mila metri cubi di palazzine a soli duecento metri dal fiume Sile. Il 26 gennaio 2011, il Consiglio regionale del Veneto aveva esaminato la variante, rimandandola per un riesame alla seconda Commissione Urbanistica. Il 7 novembre 2012 è arrivata la bocciatura della Commissione stessa.

 

 

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