ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Il consiglio regionale del Veneto mercoledì voterà una variante del piano ambientale del Parco del Fiume Sile che prevede la cementificazione di un piccolo angolo di paradiso.

Mercoledì 26 gennaio 2011 il Consiglio Regionale del Veneto, come previsto dal punto 26 dell’ordine del giorno, voterà in via definitiva (salvo rinvii ai giorni successivi) una “Variante al Piano ambientale del Parco naturale regionale del fiume Sile” che se approvata comporterà la cementificazione di una delle aree più suggestive del parco. Il 26 ottobre scorso la Seconda Commissione del Consiglio Regionale aveva approvato preliminarmente questa variante, che consente di trasformare circa 95.000 metri quadri di terreno agricolo di Parco in area residenziale; avevano votato a favore i rappresentanti della Lega Nord e del PDL, contrari Italia dei Valori, Partito Democratico e Federazione della Sinistra.

Nella relazione della delibera in votazione si legge che “la variante prevede: nuove zone di urbanizzazione controllata per una superficie pari a 104.096 metri quadri”.

Il terreno in questione si trova a Morgano (TV) è confinante con il fiume Rio abitato da gallinelle d’acqua dolce, ballerine bianche e martin pescatori e dista soli 200 metri dal fiume Sile, per buona parte è coltivato a radicchio rosso di Treviso, poi c’è anche un boschetto con piante autoctone.

Si tratta di un piccolo angolo di paradiso che andrebbe difeso con le unghie ma che qualcuno vuole cementificare per l’ennesima speculazione edilizia; così il Veneto, giorno dopo giorno, perde un pezzo del suo ambiente con i conseguenti danni che oggi sono sotto gli occhi di tutti.

Più si cementifica il territorio meno il terreno assorbe le piogge e più i nostri fiumi ricevono carichi d’acqua con il conseguente rischio inondazioni per i nostri paesi.

“Il Consiglio Regionale come può approvare la cementificazione di un angolo di paradiso, con due fiumi nel giro di duecento metri, considerati anche i gravi danni che questo intervento può creare all’assetto idrogeologico ? – si chiede Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente – Come puo’ il direttore del Parco aver dato il benestare a questo scempio?

Stiamo vivendo in un mondo alla rovescia dove il Parco invece di difendere il territorio stende il tappeto rosso ai palazzinari, ciò non sorprende ormai più perché recentemente è stato proprio il Parco a dare l’ok addirittura ai piloni alti sessanta metri dell’elettrodotto da 380.000 volt della  Terna, denominato Scorze’-Volpago.

Giova ricordare che a pochi metri da quest’area ci sono già pronti 15.000 metri quadri di terreno edificabile, con strade e servizi già pronti, che nessuno ancora ha edificato, perché non si utilizza quell’area già predisposta invece di distruggere ancora un pezzo di ambiente?

Ora dobbiamo chiederci quanto costa alle tasche dei cittadini questa politica di permissivismo e complicità nei confronti di chi utilizza il territorio per soli fini di speculazione edilizia augurandoci nel contempo che accada un miracolo che veda il Consiglio regionale rinsavire e bocciare questa variante di piano.”

Paeseambiente – email: paeseambiente@ecorete.it – cell. 347/9385856

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