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Zanoni porta a “Le Iene” la Ferriera di Trieste

Venerdì 24 gennaio, l’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha incontrato gli inviati del programma satirico di denuncia per mettere a nudo l’allarmante situazione dell’impianto siderurgico situato nel rione Servola di Trieste. «I dati sui livelli di inquinamento in cui sono costretti a vivere gli abitanti di un quartiere che conta molti anziani e bambini sono allarmanti. Siamo di fronte a un serio problema sanitario ed ecologico»

 

Venerdì 24 gennaio 2014, l’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, è stato intervistato dall’ inviata Nadia Toffa del programma satirico di denuncia “Le Iene” sull’allarmante situazione dell’impianto siderurgico situato nel rione Servola di Trieste, densamente popolato.

 

Da tempo, la famigerata “Ferriera” di Trieste è al centro delle cronache sia per i livelli di Benzo(a)pirene e di PM10 registrati nell’area che per il piano di riqualificazione – riconversione a cui dovrebbe essere sottoposta.

 

«Nel 2013 ho presentato ben due interrogazioni a Bruxelles fornendo dati allarmanti sui livelli di inquinamento in cui sono costretti a vivere gli abitanti di un quartiere che conta molti anziani e bambini – ha affermato Zanoni – L’incontro con gli inviati de “Le Iene” è stato l’occasione per puntare una volta di più l’attenzione su una situazione drammatica e per denunciare i livelli allarmanti di contaminazione e l’insorgenza di neoplasie tumorali registrate tra gli ex dipendenti. Non possiamo rischiare di avere un’ILVA di Taranto nel Golfo di Trieste. Eppure le autorità italiane sembrano immobili davanti a quello che potrebbe presentarsi come un disastro annunciato».

 

BACKGROUND

 

 L’obsoleto stabilimento siderurgico specializzato nella produzione di ghisa si trova nel popolato rione di Servola a Trieste. A partire dal 21 dicembre 2012, l’impianto è stato commissariato per stato d’insolvenza ed è intervenuto uno studio per avviare un piano industriale di riqualificazione/riconversione.

 

Il 20 giugno 2013, Zanoni ha presentato una prima interrogazione alla Commissione europea denunciando gli elevati livelli di Benzo(a)pirene e di PM10 registrati nell’area e l’insorgenza di neoplasie tumorali nei suoi ex dipendenti e chiedendo in che modo il Piano strategico volto a preservare la competitività della siderurgia UE presentato  il 5 giugno 2013 coinvolgesse la ferriera di Trieste e se non si ritenesse fondamentale prendere in considerazione nel piano di riconversione gli aspetti sanitari e ambientali oltre che a quelli economici.

 

Le analisi effettuate nel 2007 dal Centro Interdipartimentale di Gestione e Recupero Ambientale CIGRA dell’Università degli Studi di Trieste, su richiesta della locale Procura della Repubblica rilevavano nella zona preoccupanti valori di Benzo(a)pirene, in media pari a 21 ng al metro cubo, con picco a 90 ng al metro cubo, a fronte del limite di 1 ng al metro cubo imposto dalla Direttiva 2004/107/CE. Le concentrazioni di PM10 si rivelavano sistematicamente superiori al limite di 50 µg al metro cubo stabilito dalla Direttiva “Aria” 2008/50/CE, e risultavano fuori norma anche i valori di PM2,5.

 

Il 30 agosto 2013, il Commissario Ue all’Industria Antonio Tajani ha risposto che “l’applicazione delle disposizioni nazionali comprese le misure in materia di valutazione e gestione del rischio degli impianti siderurgici come la Ferriera di Trieste, rientrano nelle responsabilità delle autorità nazionali e che i contributi messi a disposizione dalla Banca europea degli investimenti BEI nel contesto del Piano UE per la siderurgia dovranno essere subordinati al rispetto da parte degli impianti della direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali.

 

Il 18 novembre 2013, Zanoni ha presentato una seconda interrogazione alla Commissione europea fornendo gli ultimi preoccupanti dati sull’inquinamento prodotto dall’impianto e chiedendo che l’Ue verifichi il rispetto della Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali, prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento. I dati consegnati a Bruxelles sono stati raccolti da un cittadino residente nella zona in cui è in funzione l’impianto relativi alla contaminazione della sua abitazione e della sua persona. In prossimità della sua abitazione, la concentrazione di benzo(a)pirene rilevata è pari a 127 ng/m3 (nanogrammi per metro cubo), per un totale di IPA cancerogeni presenti di 431 ng/m3. I valori di idrossipirene e idrossinaftalene (due metaboliti degli IPA) presenti nelle sue urine superano anche del triplo quelli di un cittadino-campione residente nel quartiere in cui si trova l’Università di Trieste a qualche chilometro di distanza.

 

Dai rilievi effettuati l’8-9 agosto 2011 emergerebbe che la contaminazione in prossimità dello stabilimento sia ancora più grave rispetto a quanto riferito nella prima interrogazione: – in prossimità dell’abitazione del cittadino residente nel quartiere in cui si trova la “Ferriera di Trieste” la concentrazione di benzo(a)pirene rilevata è pari a 127 ng/m3 (nanogrammi per metro cubo), per un totale di IPA cancerogeni presenti di 431 ng/m3; – nell’area in cui è stato posizionato il soggetto di confronto, nel quartiere in cui si trova l’Università, la concentrazione di benzo(a)pirene rilevata è invece pari a 0,00 ng/m3, per un totale di IPA cancerogeni presenti di 0,24 ng/m3.

 

 In un filmato che sarebbe stato girato di nascosto da un operaio dell’impianto, si possono osservare sospetti sversamenti all’aperto di una sostanza scura. Secondo notizie a mezzo stampa, il Direttore del Dipartimento di Trieste dell’ARPA FVG, informato dei fatti, avrebbe denunciato il tutto alla Procura della Repubblica.

 

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