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Zanoni: «La vergognosa mattanza dei Cervi in Cansiglio sarà un disastro anche per l’economia locale»

Giovedì 11 luglio 2013, i Sindaci del Cansiglio incontreranno i vertici regionali per fissare i tempi dell’abbattimento dei Cervi, dopo l’allarme lanciato dal Comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, Daniele Zovi, che si è schierato per la riduzione degli ungulati tramite la loro uccisione. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Siamo davanti ad un inutile massacro programmato. Le alternative ci sono, manca solo la volontà politica di adottarle»

 

Giovedì 11 luglio 2013, i sindaci dei Comuni di Fregona (TV), Tambre (BL), Farra  d’Alpago (BL) e la Giunta regionale veneta si troveranno per decidere i tempi di abbattimento dei Cervi (Cervus Elaphus Elaphus) dell’altopiano del Cansiglio. Il Corpo Forestale dello Stato che gestisce sul Cansiglio le riserve integrali si è schierato per l’uccisione degli animali.

 

Il Comandante regionale del CFS, Daniele Zovi, ha fatto sapere che sul Cansiglio vivono 3.000 esemplari che, secondo la Forestale, causerebbero danni alle plantule dei faggi e agli allevatori di bovini e perciò condivide l’abbattimento di 1.200 Cervi (400 in un solo anno). Secondo il Comandante Zovi, ci sarebbe l’urgenza di intervenire anche se ha ammesso che “nessun censimento preciso è ancora stato compiuto”.

 

L’europarlamentare Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «Spero che il Comandante Zovi, come si è interessato ai Cervi del Cansiglio si occupi anche delle discariche inquinanti presenti in particolare nella provincia di Treviso, ma anche di Verona e non solo. Le discariche da tempo hanno avvelenato la falda acquifera, ma né le Province né la Regione né lo Stato sono ancora intervenuti per la bonifica e la messa in sicurezza. Una delle fonti economiche del Cansiglio è l’eco turismo: tanto è vero che sull’altopiano si registra una seconda stagione di visitatori che coincide con il periodo degli amori dei Cervi, quando migliaia di cittadini e intere classi di studenti arrivano per sentire il bramito di questi splendidi ungulati. Occorre puntare sull’eco turismo e non si può entrare nella Foresta, dove dai tempi della Repubblica Serenissima la caccia è vietata, con doppiette, fucili e armamenti vari».

 

Le alternative al massacro annunciato esistono e l’europarlamentare Zanoni non ha esitato a indicarle: «Si può catturare un certo numero di Cervi da destinare a parchi regionali o nazionali, consentendo di arricchire la biodiversità di luoghi ora poveri di fauna selvatica e nel contempo  salvare dalla morte gli esemplari del Cansiglio. Nel 2010 ho ricevuto una segnalazione dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Cervinara, in provincia di Avellino, che dava la disponibilità ad adottare i Cervi del Cansiglio per introdurli nel loro Parco».

 

Il 13 giugno 2013, a Strasburgo nell’ambito di una conferenza organizzata dall’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali sono intervenuti il Professor Luigi Boitani del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università La Sapienza di Roma e la Dottoressa Małgorzata Czyżewska della Direzione Generale delle Foreste Demaniali Dipartimento di Conservazione della Polonia, esperti di fama internazionale studiosi del Lupo (Canis Lupus). « In quell’occasione questi tecnici hanno spiegato che il Lupo ha come preda – obiettivo gli ungulati, ovvero Cervi, Caprioli e Cinghiali  – ha affermato Zanoni – Hanno reso noto, inoltre, che sono stati portati a buon fine progetti di inserimento di branchi di Lupi in Canada e negli stati Uniti. Il Lupo è una specie importantissima perché ha un ruolo ecologicamente rilevante: funge da specie che contiene la popolazione anche dei Cervi. Tra l’altro il Lupo, fino a qualche centinaia di anni fa, era presente in abbondanza sull’Arco Alpino e sul Cansiglio e non procurerebbe danni a nessuno, perché l’unico animale domestico che preda è la pecora. Sull’altopiano del Consiglio ci sono solo allevamenti di bovini che non sono obiettivi del Lupo».

 

Zanoni, quindi ha lanciato un appello: «Mi auguro che chi deve decidere faccia prevalere il buon senso affinché si pongano in atto progetti sostenibili ecologicamente e fattibili come l’inserimento del Lupo. Da una tale soluzione se ne trarrebbero solo benefici: si avrebbe sicuramente un aumento del turismo ambientale dato che oltre ai Cervi si potrebbe osservare questa affascinante specie selvatica. La dimostrazione che si tratta di un habitat ideale arriva anche dalla recente notizia che una coppia di Lupi si è riprodotta nella non lontana Lessinia, dove una femmina arrivata dai confini italo-francesi si è accoppiata con un maschio proveniente dalla Slovenia. In questa prospettiva si potrebbe pensare di catturare degli esemplari di Lupo in aree come l’Emilia Romagna, dove a detta dei cacciatori che li vedono di cattivo occhio perché predano Cervi, Cinghiali e Caprioli, la loro presenza è molto elevata. Basterebbero due o tre branchi di Lupi per riuscire nel tempo a ridurre la presenza di Cervi per riequilibrare l’ecosistema, togliere le brutte recinzioni posizionate dagli allevatori a protezione dei pascoli e per arricchire il Cansiglio con questa importante e affascinante specie».

 

Le alternative al massacro, dunque, ci sono. «Con tutte queste possibilità trovo scellerata l’idea di mettere in campo l’esercito dei calibro 12, di coloro che si considerano a torto paladini dell’ambiente. I Sindaci, i Presidenti di Provincia, i responsabili di Veneto Agricoltura e gli amministratori della Regione devono sapere che se trasformeranno il Cansiglio in un grande mattatoio dovranno assumersi la responsabilità politica del gravissimo danno che causeranno all’economia locale con l’inevitabile crollo del turismo ambientale che caratterizza questa montagna da quando sono arrivati i Cervi. La decisione di abbattere questi Cervi non è suffragata da alcun censimento che stabilisca in modo certo il numero di esemplari presenti. È quindi assolutamente priva di ogni presupposto tecnico – scientifico e perciò a mio avviso assolutamente  illegittima».

 

BACKGROUND

 

Venerdì 17 giugno 2013, l’Assessore regionale alla Caccia Daniele Stival e quello all’Agricoltura Franco Manzato hanno dato il via libera ai Sindaci del Cansiglio sostenuti dagli allevatori per i “piano di controllo triennale” che prevede ben 120 cervi da abbattere sulla Pedemontana del Cansiglio, nei territori comunali, quindi nelle riserve di caccia di Vittorio Veneto, Fregona, Sarmede, Cordignano e Cappella  Maggiore. Altri 120 lungo la Pedemontana di Caneva, Polcenigo e Budoia, in provincia di Pordenone. E per finire, 120 in Alpago. Sommando sono 360 capi, ai quali vanno aggiunti 40 animali che si potranno cacciare nel demanio regionale, benché la cattura sia proibita (sarà quindi introdotta una deroga). In tutto, 400 cervi da abbattere in un anno.

 

Zanoni ha già avuto occasione di denunciare in Europa il tentativo di aprile la caccia al cervo nel Cansiglio. Nel maggio 2012 ha presentato un’interrogazione parlamentare per denunciare alla Commissione europea il tentativo di Veneto Agricoltura e della Regione Veneto di uccidere indiscriminatamente un alto numero di cervi (Cervus Elaphus Elaphus) tra le province di Treviso, Belluno e Pordenone e in un’area dichiarata Sito d’Interesse Comunitario SIC (Direttiva 92/43/CEE) e Zona di Protezione Speciale ZPS (Direttiva 147/2009/CE).

 

 

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