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«Con il nuovo Piano casa non saranno rispettati nemmeno i parchi»

Giovedì 28 novembre, il Consiglio regionale veneto ha approvato, con 28 voti favorevoli e 17 contrari, la terza proroga del Piano casa con nuove colate di cemento. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Con questa legge si dà il colpo di grazia all’ambiente. Con il documento che cementificherà definitivamente ogni angolo del Veneto è morta anche la Lega del “basta capannoni”. Ora i cittadini hanno avuto la prova che esistono due Zaia, uno contrario all’altro: quello che dà il via ad una ennesima cementificazione del territorio e quello che con proclami altisonanti dice “basta cemento”»

 

Giovedì 28 novembre, il Consiglio regionale veneto ha approvato, con 28 voti favorevoli e 17 contrari, la terza proroga del Piano casa che rimarrà in vigore fino al 2017. Con i voti della maggioranza (Forza Italia, Nuovo Centro Destra e Lega Nord) e nonostante la contrarietà dell’opposizione, capeggiata dal Partito Democratico, il Piano è diventato legge regionale con pericolose deroghe in materia di ampliamento edilizio.

 

Il nuovo Piano casa prevede la possibilità di ampliare del 20 per cento del volume o della superficie gli edifici esistenti, in deroga ai piani urbanistici e ai piani ambientali dei parchi regionali, dopo il parere vincolante della Soprintendenza. Gli ampliamenti potranno essere realizzati anche su un lotto limitrofo, sino a 200 metri di distanza dall’edificio principale, su un diverso corpo di fabbrica. In ogni caso, è consentito a tutti un ampliamento sino a 150 metri cubi per le prime case singole.

 

Le volumetrie sono addirittura accresciute fino al 70% per chi investe nel risparmio energetico oppure abbatte il vecchio edificio e lo ricostruisce e all’80% in caso di ristrutturazioni ispirate alla bioedilizia. Inoltre, ci sarà la possibilità di edificare in zona agricola e nelle aree vincolate, come appunto i parchi.

 

Pd, IdV e Sinistra Veneta hanno cercato fino alla fine, inoltre, di presentare emendamenti per conservare i poteri decisionali dei Comuni, che alla fine ne sono usciti esautorati a vantaggio della Regione.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Sono allibito per quello che è stato deciso in aula. Con migliaia di case sfitte e centinaia di capannoni vuoti si approva un Piano che calpesta l’autonomia dei Comuni e si condanna ancora una volta il territorio. Questa norma è stata approvata sotto dettatura dell’associazione dei costruttori, andando contro ogni principio di sana pianificazione del territorio ed arrivando addirittura a consentire edificazioni anche nei pochi parchi regionali attualmente esistenti».

 

Dai dati resi noti dalla Cgil del Veneto, sono stati costruiti ben 164 milioni di metri cubi di fabbricati non residenziali fra il 2002 e il 2010; altri 150 milioni di metri cubi di residenziale realizzati dal 2000 al 2010; oltre 380 mila ettari di terreno agricolo (27% del totale) è stato mangiato dal cemento. Il Veneto, con i suoi 11 metri quadrati di costruzioni ogni 100, è la regione più cementificata d’Italia dopo la Lombardia.

 

«Con l’approvazione di questo Piano è stata messa definitivamente la parola “fine” anche alla Lega del “basta capannoni” – ha proseguito Zanoni – Ora i cittadini hanno avuto la prova che sono di fronte a due Governatori del Veneto: un Luca Zaia che dà la propria benedizione all’ennesima cementificazione del territorio e l’altro che, fino a pochi giorni fa, con proclami politici in ogni sede affermava a gran voce “basta cemento”. Oggi ogni cittadino veneto può constatare quale sia quello vero e quale quello falso».

 

Già ad agosto 2012, il Presidente del Veneto Luca Zaia aveva annunciato battaglia alla cementificazione selvaggia, prima promettendo una legge ad hoc e, poi, l’istituzione di un’apposita commissione. «Ancora una volta stiamo andando contro le indicazioni europee – ha concluso Zanoni – Ricordo che il Parlamento europeo, il 24 maggio 2012, ha approvato la relazione su “Un’ Europa efficiente nell’impiego delle risorse”, con la quale ha dato chiare indicazioni alla Commissione europea per arrivare gradualmente entro il 2050 allo stop definitivo dell’edificazione e dell’asfaltatura di territorio agricolo e naturale».

 

 

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