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Caccia, progetto legge su appostamenti precari. Zanoni: “Abbiamo stoppato il progetto ottenendo esame ulteriore in Commissione Ambiente”

“Questo progetto di legge sugli appostamenti precari per la caccia contiene troppi aspetti che obbligano ad un approfondito esame da parte della Commissione urbanistica. Un passaggio che qualcuno ha cercato di evitare con l’intento di accelerare l’iter, ma che con la nostra  ferma richiesta siamo riusciti ad ottenere stoppando dunque il provvedimento”.

Il commento è del consigliere regionale e vice presidente della II Commissione (Territorio e Ambiente), Andrea Zanoni, che punta così l’indice sui contenuti del Pdl n. 54 (Appostamenti precari ad uso venatorio) presentato dal consigliere Sergio Berlato (FdI).

“Si tratta di una norma che prevede, per gli appostamenti precari, l’esenzione dalle procedure di autorizzazione paesaggistica ed edilizia. Secondo questa proposta le strutture possono avere dimensioni di base pari a 12 metri quadri, con un’altezza consentita fino al limite frondoso degli alberi, ovvero anche 15-20 metri ed oltre. Possono inoltre essere montate 30 giorni prima dall’inizio della stagione venatoria e smontate dopo 30 giorni: ma se c’è la neve questo termine viene prorogato. Di fatto, in alcuni casi, gli appostamenti possono rimanere per tutto l’anno”.

Secondo l’esponente democratico “diventano strutture che per legge, viste le dimensioni, abbisognano di calcolo strutturale. La prova che non si tratti di appostamenti precari sta nella stessa proposta di legge: viene infatti detto che se non si smonta la costruzione entro 30 giorni si può fare una segnalazione certificata di inizio attività, la cosiddetta SCIA, fatto che potrebbe comportare anche  l’innesco del meccanismo del silenzio-assenso aprendo così la strada addirittura ad una possibile sanatoria. L’altra cosa grave della proposta è che per l’ottenimento dell’autorizzazione non si deve dimostrare la titolarità della proprietà bensì di essere fruitori dell’appostamento. Potrebbe dunque accadere che si vada ad autorizzare in terreni di terzi o, peggio ancora, in terreni demaniali”.

Zanoni infine osserva come “le perplessità negative sul provvedimento  sono giunte anche dal servizio legislativo del Consiglio, mentre un funzionario del settore urbanistico della Giunta regionale ha riferito che una recente sentenza del Consiglio di Stato (la n. 4116 del 4 settembre 2015) ha stabilito che serve il permesso a costruire anche per le costruzioni precarie. Di fronte a tanti elementi critici era dunque sacrosanto rinviare il provvedimento ad un esame approfondito nella Commissione che si occupa di urbanistica”.

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