“Chi osteggia l’autonomia è contro la Costituzione”. Così, Luca Zaia, questa volta nella nuova veste di sacerdote della carta costituzionale, quella stessa carta che in più occasioni ha brutalmente stracciato, come avvenne nel 2014, quando con la sua maggioranza volle e votò la richiesta di “Indizione del referendum consultivo sull’indipendenza del Veneto” con un quesito che non lascia spazio a interpretazioni: “ Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana? Si o No?”.
Sarà poi proprio la Corte costituzionale invece a bloccare questo maldestro attacco alla nostra Costituzione.
E ancora, nel 2012 modificò lo Statuto della Regione Veneto eliminando dall’articolo 1, approvato dai padri statutari nel 1971, il riferimento “nell’unità della Repubblica italiana”.
Oggi vederlo cantore dell’articolo 5 della Costituzione, quell’articolo che afferma che: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali…” tuona come un’imprecazione sfuggita dalle labbra di un prete. Prete che senza pentimento e pubblica confessione cambia l’abito talare. Andrea Zanoni