Chi siede, anche solo per qualche ora, sullo scranno della Presidenza del Consiglio regionale, dovrebbe rappresentare tutti i consiglieri, garantendo equilibrio, imparzialità e rispetto del Regolamento.
Purtroppo, durante l’ultima seduta, il vicepresidente di maggioranza ha dimostrato l’esatto contrario, scadendo in un atteggiamento spocchioso, arrogante e di parte. Una condotta inaccettabile, tanto più grave perché tenuta da chi ricopre un ruolo istituzionale.
Tutto questo è accaduto quando ho definito la Superstrada Pedemontana Veneta per quello che è: un cappio al collo per i contribuenti veneti, che si stringe sempre di più ogni anno che passa. Parole che hanno fatto infuriare il Vicepresidente di Fratelli d’Italia. Ma la verità fa male, soprattutto a chi l’ha voluta e difesa.
Da consigliere primo firmatario della legge sui Condhotel, da buon albergatore come risulta dal suo curriculum ufficiale, ha potuto esprimere giudizi sugli altri. Ma quando presiede l’aula deve lasciare da parte la militanza e rispettare le regole
Invece di affrontare il merito, si è preferito screditare l’opposizione e alzare i toni, nel silenzio complice dei banchi della maggioranza. Un silenzio che fa rumore, e che lascia intendere che certi comportamenti siano ormai considerati normali. Anche dentro le istituzioni.
La verità è semplice: chi non regge il confronto democratico dovrebbe riflettere se è adatto a ricoprire ruoli istituzionali. Per questo, a Soranzo consiglio una cosa sola: ripassare lo Statuto e il Regolamento del Consiglio Regionale. Gli saranno utili.