Sabato 15 giugno, si tiene lo Stop Vivisection Day, la giornata internazionale nella quale si cercherà di ottenere in tutta Europa il maggior numero di sottoscrizioni utili a raggiungere l’obiettivo finale del milione di firme, grazie alle quali l’iniziativa popolare europea STOP VIVISECTION verrà approvata e la Commissione europea dovrà finalmente prendere atto della volontà popolare contraria alla sperimentazione animale e rimettere mano alla direttiva 2010/63/UE.
Nelle piazze di tutti i 27 paesi dell’Unione Europea, migliaia di volontari raccoglieranno le firme dei cittadini per dire Basta a questa pratica orribile della sperimentazione animale, dove milioni di poveri animali vengono sacrificati per gli interessi delle multinazionali farmaceutiche che considerano questi test più lucrosi dei metodi alternativi, sui quali si sta investendo ancora troppo poco.
Tutti noi abbiamo l’opportunità di contribuire a mandare un messaggio forte alla Commissione europea tramite l’iniziativa popolare, che prevede che con un milione di firme i cittadini europei possano partecipare in prima persona all’attività legislativa dell’Unione Europea, chiedendo all’Esecutivo comunitario (la Commissione) di occuparsi di una determinata materia. In questo caso l’iniziativa STOP VIVISECTION dà la possibilità ai cittadini di esprimere il proprio NO alla sperimentazione animale e di richiedere con forza all’Unione Europea un percorso scientificamente avanzato, a tutela degli esseri umani e dei diritti degli animali. Grazie a questa iniziativa, chiediamo direttamente alla Commissione europea ad abrogare la direttiva 2010/63/UE “sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici” e a presentare una nuova proposta che abolisca l’uso della sperimentazione su animali, rendendo nel contempo obbligatorio, per la ricerca biomedica e tossicologica, l’uso di dati specifici per la specie umana.
Attenzione, però: l’obiettivo finale non deve essere solo un milione di firme, ma ben di più, perché il messaggio che mandiamo a Bruxelles deve essere il più forte possibile, visto che chiediamo alla Commissione europea di prendere una decisione politica, una decisione che rispecchi la volontà popolare. Per questo dobbiamo innescare la quinta, anche perché se non raggiungessimo l’obiettivo, non soltanto avremmo perso un’ottima occasione di far sentire la nostra voce, ma presteremo il fianco alle critiche delle multinazionali farmaceutiche che potrebbero utilizzare questo fallimento per dire che i cittadini europei sono a favore della vivisezione.
Per onestà intellettuale, ci tengo tuttavia a fare una precisazione, perché non è mia abitudine mentire ai cittadini che rappresento a Bruxelles. Il raggiungimento del milione o più di firme non porterà all’abolizione automatica della vivisezione in Europa, ma spingerà la Commissione europea a riprendere un mano l’argomento che molti a Bruxelles considerano chiuso con l’approvazione della Direttiva 2010/63/UE, normativa che si limita a regolare la sperimentazione animale.
Da quando sono diventato eurodeputato ho fatto del mio meglio per portare avanti la battaglia contro la vivisezione in sede europea. Lo scorso 10 luglio insieme ai colleghi dell’Intergruppo sul Benessere e la Conservazione degli animali, ho scritto direttamente al presidente della Commissione europeo José Manuel Barroso per chiedere informazioni sulla temuta deroga al divieto di commercializzazione dei prodotti cosmetici contenenti ingredienti testati su animali, poi fortunatamente entrato in vigore l’11 marzo 2013. Il 27 settembre ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere informazioni sull’attività del Centro europeo che valida i metodi alternativi, visto che resto convinto che puntare sui metodi alternativi vuol dire orientare l’intera industria della cosmesi in una direzione nuova ed etica.
Adesso tocca a noi tutti. Con una semplice firma possiamo avere una speranza in più. Io ci sono!
Andrea Zanoni