SPV: NON CHIAMATELA SUPERSTRADA, CHIAMATELA DISASTRO! 3 MILIONI DI METRI CUBI TERRE AVVELENATE NASCOSTE E LA GIUNTA REGIONALE TACE. SU QUESTO DISASTRO VOGLIAMO TRASPARENZA O LA ZONA ROSSA MITENI 2.0?

La Giunta Zaia, come al solito, prova a mettere il silenziatore sulle emergenze ambientali, ma io non mi fermo. Ho dovuto fare un accesso agli atti per far emergere un dato tenuto ben nascosto che è di una gravità inaudita: 3 milioni di metri cubi di terre da scavo della SPV contaminate da PFBA (un “parente” dei PFAS) sono state depositate in ben 20 siti tra Vicenza e Treviso.
PERCHÉ NESSUNO LO DICEVA? Semplice: perché in quelle terre, l’ARPAV ha trovato concentrazioni di PFBA nelle acque che schizzano fino a 2.000 ng/litro. E parliamo di una sostanza usata, pensate un po’, come accelerante nei calcestruzzi usati per fare le gallerie e non solo. Hanno costruito un’opera infrastrutturale con l’utilizzo di questi veleni!
Occhio al paragone: i valori di PFAS trovati a Castelgomberto nelle acque di ruscellamento dei materiali stoccati: 263.000 ng/litro, sono comparabili alla famigerata “Zona Rossa Miteni”. Vi rendete conto?
Ho depositato immediatamente un’Interrogazione. Ho chiesto alla Giunta di smetterla con il “muro di gomma” e di attivare subito le stesse cautele previste per l’area Miteni.
Sette pozzi idropotabili sono già stati chiusi a Caldogno. Quanti ancora ne dovremo sacrificare in nome della fretta, della negligenza e della totale mancanza di vigilanza su un’opera che, a quanto pare, sta avvelenando le nostre falde?
La trasparenza non è un optional, è un diritto! Pretendo la pubblicazione di tutti i dati e l’esatta ubicazione di questi 20 siti contaminati.
Non accetteremo che la salute dei Veneti sia sacrificata per coprire l’ennesimo disastro ambientale.
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