Il fiume Sile è uno dei gioielli naturali del nostro territorio, ma viene costantemente aggredito da sversamenti sospetti e macchie oleose, come avvenuto lo scorso luglio lungo la Restera, nei pressi di Villa Carisi a Treviso.
Dopo l’ennesimo episodio, ho presentato un’interrogazione in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta Zaia cosa intendesse fare per proteggere un ecosistema tanto delicato, inserito nella Rete Natura 2000 e nel Parco Naturale Regionale del Sile.
A distanza di mesi, la Regione mi risponde all’interrogazione affermando che non sa ancora spiegare esattamente quale sia la causa degli sversamenti. Né ARPAV né i Vigili del Fuoco né la Polizia locale sono riusciti a risalire con certezza ai responsabili. Si ipotizza un’origine addirittura da impianti residenziali, ma nulla è stato chiarito.
Evidentemente questo è il massimo sforzo che la Regione riesce a spendere per i beni preziosi del suo territorio come il fiume Sile, fronte di vita per molte specie animali e vegetali.
È inaccettabile che in una zona vincolata da norme europee come le Direttive Habitat e Uccelli, nessuno si assuma responsabilità concrete. Il fiume Sile ospita specie protette e un patrimonio di biodiversità unico che meriterebbe la massima tutela.
Da trent’anni abbiamo subito politiche concentrate su monocoltura vitivinicola e grandi opere costosissime.
Nel mio programma elettorale con Alleanza Verdi Sinistra, ho preso impegni precisi per difendere i fiumi, le acque, e l’ambiente veneto dopo trent’anni di incuria e favoritismi. Altro che prosecco e olimpiadi.
Io non mi arrendo e continuerò, insieme ai cittadini, a monitorare sullo stato di salute del nostro Sile.