Il 25 aprile una fornaia di Ascoli Piceno viene identificata due volte dalle forze dell’ordine per aver esposto uno striscione che diceva: “25 aprile, buono come il pane, bello come l’antifascismo”.
Il 1° maggio a Ponte della Priula, in provincia di Treviso, ottanta neofascisti sfilano liberamente con bandiere della Repubblica Sociale Italiana e saluti romani.
E nessuno interviene.
Io non posso accettare questa vergognosa disparità di trattamento.
A Treviso, sul Piave, luogo simbolo della nostra storia, è andata in scena una manifestazione indegna, organizzata da chi si richiama apertamente al fascismo, davanti a un cippo commemorativo, oltraggiando la memoria di chi ha lottato per la libertà.
L’antifascismo viene criminalizzato.
I neofascisti vengono ignorati.
Le leggi contro l’apologia del fascismo restano lettera morta.
Ho chiesto che la DIGOS identifichi e segnali i partecipanti alla manifestazione del 1° maggio per il reato di apologia del fascismo.
Chi esalta un’ideologia condannata dalla nostra Costituzione, non può essere tollerato né ignorato.
Come promotore del bando regionale per la memoria dell’antifascismo e della Resistenza, pubblicato sul BUR il 6 maggio scorso, continuerò a difendere con forza i valori democratici, anche quando la politica volta la faccia dall’altra parte.
Basta due pesi e due misure. Difendere l’antifascismo è difendere la nostra democrazia.