Zaia ci riprova con la solita magia da prestigiatore, ma stavolta il trucco è smascherato: il gigantesco buco finanziario della Superstrada Pedemontana Veneta non si può più nascondere. Ora prova a venderci come una grande vittoria lo sconto sui pedaggi, quando in realtà è solo l’ammissione di un fallimento colossale.
La matematica non è un’opinione: ridurre i pedaggi significa ridurre le entrate, e non c’è alcuna certezza che il maggior traffico possa compensare la perdita. Questo giochetto potrebbe far comodo a qualche centinaio di migliaia di veneti che vivono lungo il percorso, ma a pagarne il conto saranno tutti e 5 milioni di cittadini della Regione. “Peso el tacon del buso”, come si dice in Veneto.
E questo buco fa tremare i polsi! 6 miliardi di euro entro il 2064! La Regione incassa solo i pedaggi, mentre il privato SIS si gode un canone garantito da fondi regionali che già oggi pesa 180 milioni all’anno e che arriverà fino a 450 milioni l’anno. Zaia ha regalato alla società privata un assegno in bianco che continueremo a pagare per decenni.
Dopo dieci anni di denunce inascoltate, oggi anche Zaia finalmente lo ammette: la Pedemontana è l’autostrada più cara d’Italia. Forse dovrebbero ammetterlo anche altri colleghi di maggioranza, dato che hanno sempre fatto finta di non vedere il problema.
Ma come tutti i giochi di prestigio di scarsa qualità il trucco è già svelato: sconti solo per chi ha il Telepass, e lo stesso Zaia ammette candidamente che non sa nemmeno quanto costerà questa operazione. Siamo di fronte all’ennesima presa in giro, con Zaia che gioca con i soldi pubblici ma a pagare saranno sempre i cittadini veneti, privati di fondi per sicurezza stradale, sanità, trasporto pubblico ecc. ecc.