Mercoledì prossimo 27 gennaio 2016 la Terza Commissione Consigliare del Veneto avrà come primo punto all’ordine del giorno il PDL n.107 con oggetto “Rideterminazione del termine di validità del piano faunistico-venatorio regionale approvato con legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1”.
In sostanza si tratta dell’ennesima proroga del vecchio piano faunistico venatorio approvato nel lontano 2007 con legge regionale n.1 del 5 gennaio 2007 (Pubblicata sul BUR n.4 del 9 gennaio 2007) e scaduto il 9 gennaio del 2012, poi sopravvissuto fino ai giorni nostri con proroghe su proroghe più o meno legittime.
La pianificazione faunistico venatoria prevista dalla legge nazionale sulla caccia, la 157/92, prevede infatti che i piani abbiano una durata di non oltre cinque anni.
Questo Piano che puzza di stantio da quante volte è scaduto, non è aggiornato alle nuove situazioni ambientali ben diverse da quanto accadeva nel 2007.
Il territorio del Veneto in questi dieci anni è stato interessato da forti modifiche: ingenti quantità di suolo consumato è stato perso irrimediabilmente sottraendo importanti superfici alla fauna selvatica ed ai cacciatori, importanti territori campestri sono stati “tagliati” e “spezzati” in piu’ tronconi a causa della realizzazione di imponenti opere stradali come la Valdastico Sud e la Superstrada Pedemontana Veneta che hanno frazionato campagne ed istituti faunistico venatori come gli ATC.
Anche gli effetti dovuti ai cambiamenti climatici, con il susseguirsi di estati piovose e fresche o al contrario estati secche e torride, o addirittura inverni caldi e secchi, hanno comportato importanti mutamenti sulle dinamiche delle popolazioni faunistiche e sul loro trend demografico e andamento migratorio.
Nel frattempo si sono affacciate nella nostra regione specie considerate “prioritarie” dalla Direttiva Habitat come il Lupo e l’Orso che sono classificate come particolarmente protette dalle norme nazionali, oppure altre come la Nutria considerate dannose. Anche la popolazione del Cinghiale in alcune aree pare aver subito degli incrementi. Nel contempo le popolazioni di molte specie, in particolare di uccelli migratori, sono quasi sparite dal nostro territorio.
Risulta evidente che prorogare ancora un piano faunistico venatorio del 2007 significa andare contro la norma nazionale, la n. 157/1992, ma soprattutto contro il buon senso.
Questa proroga avrà anche effetti negativi sui diritti dei cittadini che in Veneto detengono dei terreni agricoli e che vogliono vietarne la caccia.
La legge nazionale sulla caccia, la 157/92, all’articolo 15 comma 3 e la legge regionale sulla caccia, la 50/93, all’articolo 8 comma 7, prevedono la possibilità di vietare la caccia su domanda dei conduttori e proprietari da inoltrare alla regione.
Questo diritto viene però garantito dalle leggi solo ed esclusivamente durante una breve finestra temporale di trenta giorni, ovvero “entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio” sul bollettino ufficiale della regione Veneto, il cosiddetto BUR.
Risulta evidente che questo sacrosanto diritto dei cittadini veneti viene negato da ben 5 anni ovvero dalla scadenza del piano ripetutamente resuscitato, scadenza risalente al 2012.
Credo sia necessario in fase di votazione in Terza Commissione mercoledì 27 gennaio e successivamente in aula consigliare, molto presumibilmente tra l’1 ed il 5 febbraio 2016, presentare un emendamento che avrò cura di sottoporre all’ufficio legislativo del Consiglio, che consenta finalmente il sacrosanto diritto a richiedere il divieto di caccia nei propri terreni.
Le associazioni che tutelano l'ambiente e gli animali e soprattutto i possessori dei terreni agricoli, con particolare riferimento agli agricoltori e alle loro associazioni di categoria, dovrebbero far sentire la loro voce affinche in questa ennesima proroga venga inserita una norma salva diritto di chiedere il divieto di caccia in casa propria.
Andrea Zanoni
(In allegato il PDL n.107 che proroga il Piano Faunistico Venatorio, per vedere il file cliccare col mouse sul titolo del post)