PFAS NELLA PEDEMONTANA: BENE LE INDAGINI, MA LA VERA BOMBA SONO I 20 SITI DI STOCCAGGIO INQUINATI!

La Procura, con un importante lavoro dei Carabinieri della Polizia Giudiziaria, ha chiuso le indagini: 12 indagati tra dirigenti e tecnici della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV) per i reati di inquinamento ambientale e omessa bonifica.
Un passo avanti, certo, ma per me non basta! Quando si usano additivi con 263.000 nanogrammi/litro di PFBA (un PFAS) in un’opera pubblica, contaminando le nostre acque… be’, non è solo “inquinamento”. È un danno di proporzioni gigantesche!
Vista la portata, l’estensione e la potenziale irreversibilità del danno, mi sarei aspettato che la Procura contestasse il Disastro Ambientale (art. 452-quater c.p.) e l’Avvelenamento delle Acque (art. 439 c.p.)!
E la Regione? FA SILENZIO SUI MATERIALI INQUINATI!
Mentre la magistratura fa il suo dovere, la Giunta regionale continua a fare spallucce. Lo scorso 8 ottobre ho presentato l’interrogazione n. 827 per chiedere:
Dove sono esattamente e quanti sono i 20 siti di stoccaggio che contengono 3 milioni di metri cubi di terre da scavo contaminate? ️
Perché non si impongono subito misure urgenti di messa in sicurezza per fermare la diffusione dei PFBA nell’ambiente?
Perché non si torna alla massima trasparenza pubblicando tutti i dati dei monitoraggi, come per la “zona rossa” Miteni?
Non è accettabile che un’opera pubblica si trasformi in una vera e propria ‘fabbrica di inquinamento che danneggia tutti noi.
La salute e l’ambiente non sono merce di scambio! La Giunta deve intervenire subito, o è complice di questo silenzio tossico.
Basta privilegi, vogliamo la verità e la BONIFICA!
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