Una nuova indagine di Pesticide Action Network (PAN) ha rilevato concentrazioni preoccupanti di TFA, l’acido trifluoroacetico della famiglia dei PFAS, in diversi vini europei, compresi Chianti e soprattutto il nostro Prosecco dove è stato riscontrato un livello altissimo: ben 69 µg/kg, circa 100 volte superiore a quello ammesso nelle acque potabili contaminate.
La Regione Veneto, rispondendo a una mia precedente interrogazione, aveva assicurato che ARPAV sarebbe presto stata dotata di strumenti adatti al monitoraggio del TFA, obbligatorio dal 2026.
Ma ora non possiamo più attendere: la presenza di PFAS nei prodotti fitosanitari, usati nell’agricoltura intensiva, rischia di compromettere seriamente la qualità e l’immagine dei vini veneti, ma soprattutto la salute dei consumatori.
Per questo motivo come consiglieri regionali di Europa Verde abbiamo presentato un’interrogazione urgente agli assessori regionali all’Agricoltura e alla Sanità chiedendo:
1) di attivare immediatamente monitoraggi più ampi e dettagliati sulla produzione vitivinicola veneta;
2) di intervenire presso la Commissione Europea affinché vengano messi al bando definitivamente tutti i prodotti fitosanitari contenenti PFAS.
I consumatori hanno il diritto di sapere cosa c’è nel proprio bicchiere, e i produttori veneti devono avere regole certe per tutelare la loro qualità e credibilità senza lasciare spazio a produttori senza scrupoli.