Martedi’ scorso il Presidente Zaia ha fatto l’ennesima conferenza stampa sulla Pedemontana Veneta, ma invece di spiegare come intende coprire il buco di bilancio, si è rifugiato nei soliti numeri autoreferenziali.
Parla di un traffico in crescita di un misero 18%, ma la verità è che servirebbe almeno il triplo per evitare che la SPV continui a divorare risorse pubbliche. Il TGM, Traffico Giornaliero Medio, resta bassissimo e l’operazione sconti del 60% sui pedaggi si è dimostrata fallimentare.
E anche se prendessimo il record incassi giornaliero del 30 aprile 2025, 523.261 euro, ipotizzando che fosse una media giornaliera (cosa che non è), il buco resterebbe molto elevato.
La Regione dovrà versare molti piu’ soldi degli incassi da pedaggio: 200 milioni nel 2025, 210 nel 2026, fino ad arrivare a 435 milioni a pochi anni dalla scadenza della concessione.
Zaia non ha risposto alle domande più importanti dei giornalisti: quali tagli prevede al bilancio regionale per coprire questo buco? Intende introdurre nuove tasse, come l’IRAP o la maggiorazione dell’IRPEF? Le sue risposte sono state vaghe, elusive, imbarazzanti.
La Pedemontana è un buco nero finanziario, una macchina mangia-risorse che rischia di compromettere i servizi essenziali per i cittadini. E oggi ne abbiamo avuto la conferma definitiva.
Zaia lascia una eredità pesante alle prossime generazioni e, alla luce della recente bocciatura dell’emendamento della Lega sul terzo mandato, una patata bollente anche al prossimo Presidente di Regione.