È paradossale vedere Zaia e Bottacin esultare per una sentenza che certifica un disastro ambientale causato da anni di sottovalutazione e ritardi della stessa Regione Veneto.
La condanna di 11 imputati per 141 anni di carcere è una storica vittoria della giustizia e delle comunità avvelenate dai PFAS. Ma è anche la prova che la Regione ha ignorato per troppo tempo l’emergenza: la contaminazione era nota dal 2013 grazie all’IRSA-CNR. In quell’anno, fui il primo politico italiano a portare il caso a Bruxelles, e da allora non ho mai smesso di denunciare quanto accadeva a Trissino e nei nostri territori.
Oggi è inaccettabile la narrazione trionfalistica della Giunta: il sito Miteni non è ancora stato bonificato, lo studio epidemiologico è sparito, le fonti idriche alternative sono in ritardo e la filiera alimentare è contaminata.
Chi governa non può continuare a raccontare favole. Servono bonifiche vere, trasparenza e misure concrete. E il Parlamento metta al bando i PFAS una volta per tutte.
La battaglia per la salute, l’ambiente e la verità continua.