L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE USATA NELL’ASL SCALIGERA METTE IN GINOCCHIO LE PERSONE ANZIANE E I PIU’ FRAGILI

In Veneto la sanità è sempre più un labirinto per chi ha bisogno di cure. I tagli stanno smantellando servizi essenziali e ora la Regione pensa di sostituire i lavoratori con l’IA, ovvero l’intelligenza artificiale. Ma cosa c’è di intelligente nel licenziare personale e lasciare anziani e persone fragili a parlare con una voce preregistrata di un robot?
Come denunciato anche dalla CGIL Pensionati di Verona in questi giorni, non si tratta di innovazione, ma di risparmiare sulla pelle dei cittadini. Una macchina non può offrire empatia, ascolto e soluzioni personalizzate a chi deve prenotare una visita o chiedere aiuto. Oltre ad uno scollamento tra paziente e servizi il risultato è meno posti di lavoro e più ostacoli per chi ha già difficoltà ad accedere alle cure.
Io e il collega Masolo abbiamo presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere all’Assessore alla Sanità come affronterà il sottofinanziamento dell’Ulss 9 Scaligera e quali misure sono previste per supportare anziani e lavoratori colpiti da questi tagli scellerati.
Tra burocrazia, liste d’attesa infinite e assistenza ridotta al minimo la Sanità sta diventando un privilegio solo per scaltri acrobati. Ma una gestione intelligente della Sanità pubblica deve garantire cure rapide ed efficienti a tutti, soprattutto ai più fragili.
Dietro a tutto questo, è bene ricordarlo, ci sono i gravissimi errori di Zaia che con la terza convenzione sulla superstrada pedemontana veneta ha creato buchi alla casse regionali che vengono riempiti con i fondi prima destinati alla sanità.
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