L’operazione “Verso Nord”, condotta dai Carabinieri Forestali del CITES di Trieste e dal Corpo Forestale del Friuli-Venezia Giulia, ha smascherato un traffico illegale di uccelli da richiamo tra Veneto e Friuli: sequestrati 327 esemplari, 9 persone indagate. A loro va il mio plauso per aver colpito un sistema criminale ben organizzato.
Ma mentre le Forze dell’Ordine combattono il bracconaggio, il Consiglio Regionale del Veneto approva leggi che lo favoriscono.
La nuova legge sui richiami vivi, votata dalla maggioranza solo pochi giorni fa, apre le porte a traffici illegali, come quello appena scoperto, offrendo una copertura legale ai soliti noti.
Gli uccelli venivano catturati in natura, poi “regolarizzati” con anelli contraffatti o inseriti forzatamente, causando gravi lesioni agli arti. Un trattamento crudele e inaccettabile, che dimostra ancora una volta come il business dei richiami vivi sia alimentato da pratiche illegali e violente, indegne di una Regione civile.
Con questa norma, si legittima un mercato nero che frutta migliaia di euro, si mina la lotta al bracconaggio e si umilia la tutela della fauna selvatica.
Io non ci sto. Continuerò a denunciare queste leggi vergognose e a battermi per gli animali, per la legalità e per un Veneto che rispetti la biodiversità.