Dopo due mesi di indagini, la Procura di Belluno ha chiesto l’archiviazione del caso sul presunto “sabotaggio” alla pista da bob di Cortina. Nessun attentato, nessun atto doloso, nessun terrorista ambientalista. Solo un fatto accidentale.
Eppure, ricordiamo tutti le gravissime e immediate accuse lanciate da Salvini e Zaia all’indomani dell’accaduto. Senza attendere le indagini, senza il minimo rispetto per il lavoro della magistratura, si erano affrettati a puntare il dito contro gli “ambientalisti”, i “no-Tav”, il “partito del no”. Addirittura si parlava di “attacco allo Stato” e “terrorismo”!
Con quale leggerezza si accusano gli attivisti ambientali di azioni criminali? Con quale arroganza si delegittima chi solleva preoccupazioni legittime per il proprio territorio?
Il tubo di 789 kg caduto nel cantiere, come hanno accertato i Carabinieri di Belluno, è scivolato accidentalmente lungo il pendio innevato. Nessun sabotatore si è introdotto nel cantiere “attentamente sorvegliato”, come sostenevano le fantasiose ricostruzioni di chi governa.
Mi chiedo: ora Salvini e Zaia chiederanno scusa per le accuse infondate? Si renderanno conto che le Olimpiadi “calate dall’alto” generano preoccupazioni legittime tra i cittadini di Cortina? Impareranno a non parlare a vanvera e ad ascoltare finalmente chi chiede solo trasparenza e partecipazione?
Chi governa ha il dovere di rispondere alle questioni sollevate dalla cittadinanza, non di ergersi a pubblico ministero improvvisato che individua colpevoli immaginari.
La vicenda dimostra, ancora una volta, come l’ambientalismo venga strumentalizzato e criminalizzato per silenziare il dissenso.
Ma noi di Europa Verde continueremo a difendere il diritto dei territori ad essere ascoltati e rispettati.