La situazione del lavoro irregolare nella Marca trevigiana è allarmante e inaccettabile. Dai cantieri edili ai vigneti, l’illegalità dilaga con caporalato, sfruttamento e evasione contributiva. Questi settori sono diventati un terreno fertile per le organizzazioni criminali, mentre i controlli scarseggiano a causa della cronica mancanza di investimenti e di personale dello Spisal.
Le recenti operazioni dell’Ispettorato del lavoro e del nucleo Carabinieri tutela del lavoro hanno messo in luce la gravità del problema: cinque aziende vitivinicole sospese per aver impiegato manodopera in nero durante la vendemmia. È solo l’ultimo di una serie di episodi vergognosi che continuano a colpire il nostro territorio.
Basta tolleranza verso chi sfrutta i lavoratori! È da tempo che chiedo alla Regione di prevedere sanzioni durissime, a partire dalla revoca immediata dei finanziamenti pubblici per chi calpesta i diritti umani. Non è accettabile che milioni di euro a fondo perduto finiscano nelle mani di chi si comporta come uno sciacallo.
Il settore edile non è da meno: ad Arcade, un cantiere è stato sospeso per gravi irregolarità, e i dati parlano chiaro. Secondo il comandante del gruppo Carabinieri tutela del lavoro Umberto Geri, il 70% delle imprese presenta irregolarità. Siamo di fronte a una vera emergenza che richiede investimenti mirati e controlli serrati. Non possiamo più permettere che l’illegalità si radichi nel nostro territorio!